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Heat waves e isole di calore nell'area urbana di Padova: analisi e mappatura delle anomalie termiche mediante Landsat 8

Le isole di calore durante i periodi di caldo estremo creano enormi disagi alla popolazione in termini di salute e di benessere, e i futuri scenari delle nazioni unite prevedono un aumento in intensità, frequenza e durata di questi fenomeni a causa del cambiamento climatico. La ricerca si focalizza sull’individuazione delle isole di calore a Padova durante le ondate di calore, tramite l’utilizzo di software GIS e di analisi statistica open source per il trattamento delle immagini satellitari termiche di Landsat 8, al fine di indagare le configurazioni spaziali della temperatura superficiale del terreno. Grazie ai valori di temperatura registrati dalla stazione meteorologica di Legnaro è stato possibile svolgere un’analisi meteo-climatica e di trend delle temperature e dei valori estremi. Infine si propone lo studio degli elementi urbanistici che più influenzano il fenomeno delle isole di calore in città, e l’identificazione dei quartieri più esposti e più vulnerabili sotto il profilo demografico.

Resilienza Urbana ai Cambiamenti Climatici: Gestione del Rischio di Alluvione

Il presente lavoro, inserito in un ampio contesto partecipativo che coinvolge il bacino del fiume Po, si occupa dello studio delle alluvioni individuando le zone interessate dall’accumulo idrico superficiale al fine di ottenere un’analisi della valutazione del rischio. L’area di studio è quella della bassa pianura parmigiana con attenzione al fiume Taro e torrente Parma. L’obiettivo è quello di gestire e controllare la piena attraverso sistemi di aperture di paratie lungo l’argine che permettono la fuoriuscita di volumi idrici noti, limitando costi ed invasività di grandi opere, e prevedendo risarcimenti per i proprietari dei terreni e colture coinvolti. Lo studio si è occupato dell’intero procedimento dal rilevamento, con drone eBee e camera Canon IXUS 127 da 16 Mpx, all’analisi dei dati e proposta di una soluzione esemplificativa nel comune di Colorno (PR), grazie alla potenzialità di software quali QGIS, Pix4D, Global Mapper, Microstation Connect Edition, TerraSolid Tools e al modulo r.lake presente in GRASS, studiato e approfondito appositamente per questo lavoro.

Modello GIS della rete elettrica dell’isola di Pantelleria

L’elaborato finale del project work svolto durante il Master in Giscience e sistemi a pilotaggio remoto per la gestione integrata del territorio e delle risorse naturali riguarda la creazione di un modello GIS della rete elettrica dell’isola di Pantelleria (TP).
Pantelleria è un’isola autosufficiente da un punto di vista energetico grazie a una centrale termoelettrica e a un ramificato sistema di linee elettriche che attraversano capillarmente quasi l’intero territorio.
La realizzazione del modello GIS dell’intera rete è richiesta dall’azienda di fornitura elettrica sia per motivazioni di ordine normativo che per esigenze logistico-operative. Gli strumenti che il GIS mette oggi a disposizione riescono a soddisfare pienamente tutte queste esigenze. Grazie a essi è possibile infatti raggiungere una visione completa e una conoscenza dettagliata dell’infrastruttura di rete, presupposti per esercitare su di essa il controllo costante e la pianificazione degli interventi di implementazione di elementi nuovi o dismissione di elementi obsoleti.
La ricaduta dei benefici dell’utilizzo dello strumento GIS è tuttavia legata alla condizione di un continuo e sistematico lavoro di manutenzione finalizzato all’aggiornamento dei dati senza il quale il pur prezioso fermo immagine dell’infrastruttura, appena realizzato, rischia di perdere con il tempo la sua straordinaria potenza e utilità.

Mappatura e monitoraggio dell'ambiente urbano attraverso l'osservazione della Terra: un caso di studio nella Regione Veneto con l'utilizzo di dati Sentinel e algoritmi di machine-learning

Nel contesto della mappatura e del monitoraggio dell’ambiente urbano, si è sviluppata una metodologia costituita da processi automatici (e semi-automatici) per l’estrazione della percentuale di area urbanizzata (urban footprint). Tramite analisi multitemporali e l’utilizzo di algoritmi di classificazione supervisionata e non supervisionata, si sono analizzati i dati telerilevati provenienti dalle missioni Sentinel-1 e 2, relativi a vaste aree campione all’interno della Regione del Veneto. I risultati ottenuti sono stati poi confrontati con i dati della Carta di Copertura del Suolo (CCS), evidenziando accuratezze molto maggiori per il Sentinel-1 (scarti massimi dell’1-3% rispetto alla CCS, in termini di percentuale di area urbana), rispetto al Sentinel-2. Oltre a fornire un supporto utile e concreto per la pianificazione territoriale, questi risultati suggeriscono la possibilità di individuare indicatori geografici per supportare gli obiettivi di Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.

Immagini SAPR e Sentinel-2 per la mappatura e gestione di piante infestanti in colture erbacee: un caso studio nell'Azienda agricola sperimentale "L. Toniolo"- Sezione di Pozzoveggiani

La gestione delle erbe infestanti (o malerbe) è un problema significativo nelle produzioni agricole.
Gli agricoltori attuano da sempre sistemi differenti di difesa dalle infestanti, in particolare adottando mezzi chimici (erbicidi). Lo sviluppo di problematiche ambientali ed agronomiche legate all’uso consistente degli erbicidi ha determinato una continua ricerca verso metodi che consentano di gestire le malerbe ottimizzando l’utilizzo del diserbo in agricoltura. Un contributo significativo in questo senso può arrivare dall’agricoltura di precisione. Grazie infatti alla possibilità di utilizzare dati acquisiti da drone e/o satellite, elaborati in opportuni software GIS per l’individuazione delle infestanti ed ottenere mappe finali di prescrizione, è possibile trattare un seminativo solo dove ci sono le malerbe o, meglio, solo dove queste superano una certa soglia, con conseguente riduzione nelle quantità (e nei costi) dei diserbanti utilizzati.
L’obiettivo di questo studio è l’identificazione della presenza di aree infestate in un campo seminato, mediante l’utilizzo di rilievi aerei con sensori appositi montati su drone, l’impiego delle immagini acquisite dal volo e la loro elaborazione in software GIS, al fine del calcolo dell’indice di vegetazione NDVI (Normalized Difference Vegetation Index). Viene elaborata una successiva classificazione supervisionata per una più accurata identificazione delle aree d’infestazione. È stato infine effettuato un confronto tra NDVI calcolato da immagini acquisite da drone e NDVI ottenuto da immagini Sentinel-2 per l’area di studio.

Valutazione delle criticità geochimiche ambientali di un territorio gestito da privati e enti locali: l’importanza del WebGIS

Le attività di rilievo di punti quotati con GPS e aerofotogrammetrico con drone ad ala fissa, eseguite presso un’area del Comune di Este (PD) gestita dal consorzio di bonifica e privati, sono state necessarie per la realizzazione del Digital Terrain Model (DTM).
Il contributo del sottoscritto a questo lavoro è stato quello di realizzare uno studio geochimico dei suoli (sostanza organica) e delle acque (macronutienti dilavati) all’interno dell’area definita dal DTM e di realizzarne mappe tematiche delle concentrazioni utilizzando i metodi di interpolazione presenti in QGIS. Tale lavoro è stato ideato prendendo ispirazione dai punti 2, 3 e 4 presenti nelle finalità del Progetto AGRIWATER (http://www.comune.este.pd.it/index.php/progettoagriwater/179-progetto-agriwater), a cui ha aderito il Comune di Este.
Seguendo il lavoro di Sottovia (2018), si è realizzato un WebGIS. I dati sono stati pubblicati su Database PostgreSQL, utilizzando la sua estensione spaziale PostGIS, mentre come server per la condivisione dei dati spaziali è stato utilizzato Geoserver. La pagina web è stata realizzata su codice html usufruendo della libreria Javascript Leaflet.

Restituzione tridimensionale di dati termografici nell’ambito della Smart Energy Region

Durante le attività di tirocinio è stato ripreso un metodo innovativo di restituzione tridimensionale termografica capace di interfacciarsi con i recenti programmi di progettazione.
Sulle basi della tecnica Structure-from-Motion, la fusione di immagini termiche terrestri e nuvole di punti digitali viene combinata al fine di rendere una mappatura della texture termica per gli involucri degli edifici.
Il tipo di analisi impiegato è stato qualitativo, fornendo un quadro non assoluto ma relativo del comportamento termoigrometrico.
Attraverso una ampia letteratura, sono stati inoltre elencati i disturbi relativi al visual-sensing nonché le limitatezze intrinseche dei due tipi di camere, RGB e IRT, evidenziando la difficoltà iniziale di raggiungimento della accuratezza geometrica attraverso la calibrazione della camera al fine di evitare allineamenti non idonei dovute in parte alla impossibilità di georeferenziazione dei due datasets.

Analisi termografiche mediante sistemi APR per il monitoraggio delle discariche

I nuovi sistemi di acquisizione immagini nel campo dell’infrarosso termico possono avere interessanti applicazioni nell’ambito del monitoraggio delle discariche. L’utilità della tecnica termografica, in questo contesto, deriva dal fatto che la degradazione dei rifiuti genera calore che può trasmettersi in diversa misura attraverso la copertura. Le riprese radiometriche nell’infrarosso (IR) consentono di evidenziare rapidamente e con precisione la presenza di anomalie termiche sulla superficie della discarica segnalando le aree che potenzialmente potrebbero essere caratterizzate da elevate emissioni di biogas.

Progetto Asbestos Free e sua applicazione sul Comune di Castelnovo Monti

Il lavoro presentato è frutto della personale esperienza di tirocinio effettuata presso l’azienda Aerodron srl. E’ un lavoro che si inserisce all’interno di un progetto più ampio, sviluppato dalla start-up stessa, chiamato “AsbestosFree”. Esso parte dall’iniziativa che nel 1992 ha avuto la Regione Emilia Romagna decretando il divieto di produzione di amianto e consigliandone lo smaltimento. AsbestosFree, quindi, è un progetto di mappatura dell’amianto, attraverso la produzione di immagini ad elevata qualità (effettuate da droni): questo è il suo principale punto di forza in quanto la qualità dell’informazione stessa può essere implementata da un sistema applicativo realizzato da Aerodron stesso. L’applicativo non è altro che un plug-in di Qgis in cui è possibile determinare la localizzazione di coperture in amianto, anche quelle di ridotte dimensioni. L’obiettivo di questo lavoro è quello di presentare il funzionamento dell’algoritmo sia attraverso la spiegazione dell’architettura che c’è alla base dello stesso, e sia attraverso l’esempio effettuato su uno dei comuni analizzati in fase di tirocinio, ovvero Castelnovo Monti.

Know4Change – progetto WebGIS personalizzato

Il Project Work proposto consiste nella realizzazione di un prototipo di un sistema per riunire informazioni provenienti da una campagna di raccolta dati un unico database, utilizzando diversi strumenti opensource/proprietari e restituire graficamente le informazioni elaborate, offrendo un facile accesso ai vari utenti attraverso un’interfaccia Web.
Nel project work sono state raccolte ed analizzate le conoscenze degli utenti riguardo al clima ed ai cambiamenti climatici tramite un questionario di quattro domande a risposta multipla. Le informazioni così raccolte sono state elaborate in QGIS e rese disponibili in rete tramite un WebGIS personalizzato basato su Geoserver, PostGIS e Leaflet.

Confronto dei metodi di mappatura delle erbe infestanti: dal rilevamento UAV alle carte di prescrizione

La gestione delle infestanti ha un ruolo cruciale sia in termini di produzione agricola che di impatti ambientali su suolo ed acquee.
La diffusione di SPR ed altre tecniche di telerilevamento, insieme alle tecniche di machine learning, ha reso l’identificazione e lo studio delle infestanti più accessibile ed efficace. Tuttavia, l’ampia scelta di droni, sensori e software ha esteso la varietà di metodologie utilizzabili per il rilevamento delle malerbe.
Lo scopo di questo lavoro è quello di estrarre automaticamente le aree infestate da immagini ottenute con SPR e di generare mappe di prescrizione, confrontando tra loro diversi metodi per l’identificazione delle infestanti e valutandone l’accuratezza. Per fare ciò, sono stati presi in considerazione due casi: un rilievo da drone con camera multispettrale su un campo in cui erano presenti solo infestanti e un rilievo da drone con camera RGB su un campo coltivato ed in presenza di infestanti.
Infine, le mappe di prescrizione sono state generate imponendo diverse soglie al grado di infestazione: i risultati così ottenuti sono stati confrontati al fine di evidenziare possibili discrepanze negli output finali.

WebGIS delle zone umide dell’Oristanese

Il lavoro è stato sviluppato nell’ambito di un progetto di collaborazione internazionale volto a definire un modello di gestione integrata delle zone umide e costiere nell’area del Golfo di Oristano e della Penisola del Sinis, nella parte centro-occidentale della Sardegna.
Attraverso l’utilizzo di software liberi ed open source si è voluto costruire uno strumento, basato sul web, in grado di supportare la raccolta, l’organizzazione e la condivisione delle informazioni legate ai 6 “siti Ramsar” presenti, zone umide di importanza internazionale (Convenzione di Ramsar,
1971). Per fare questo, è stato necessario considerarne l’applicazione all’intera fascia costiera in cui i siti ricadono. Per realizzare tale obiettivo è stato scelto di utilizzare GeoNode, un sistema di Gestione dei Contenuti (CSM), personalizzato nella sua parte di visualizzazione, per garantire l’accesso alle informazioni e fornire all’utente uno strumento interattivo in grado di semplificare l’esplorazione, l’elaborazione e la condivisione dei dati geospaziali e delle mappe.

Approccio multi-criterio per la valutazione degli effetti della tempesta Vaia

Scopo dello studio è quello di definire una metodologia in ambiente GIS per valutare l’impatto degli schianti da vento dello scorso Ottobre in termini di suscettibilità alla vulnerabilità di infrastrutture, opere civili, e reticolo idrografico, attraverso un analisi multi-criteriale. L’area di studio è rappresentata dal bacino idrografico dell’Alto Cordevole.
Nello studio si procede dapprima all’individuazione delle aree boschive danneggiate tramite acquisizione ed elaborazione di immagini satellitari dell’area di interesse. Successivamente si procede in ambiente GIS all’analisi dei principali indicatori geomorfologici e degli strati informativi di interesse definiti come criteri utilizzati per lo studio. Infine, tramite l’approccio dell’analisi multicriteriale si perviene alla determinazione di un output grafico rappresentativo dell’indice di suscettibilità alla vulnerabilità per l’area oggetto di studio.

Dalla carta allo schermo, l’evoluzione della base cartografica per la pianificazione territoriale

La Legge Regionale n. 11 del 23 aprile 2004 ha istituito per i comuni veneti l’obbligo, al momento della realizzazione di un nuovo strumento pianificatorio (P.A.T. o P.I.), della contestuale realizzazione del Quadro Conoscitivo (Q.C.). Uno dei contenuti principali del Q.C. è l’aggiornamento della base cartografica. Al giorno d’oggi la situazione della base cartografica in Veneto è ibrida, parte del territorio è coperto da database geotopografici e parte solo dalla vecchia CTRN; situazione complicata dal fatto che non tutti i comuni del Veneto hanno completato la redazione di uno strumento urbanistico ai sensi della L.R. 11/2004.
Lo scopo del lavoro è la realizzazione di uno layer unico, a copertura regionale, degli edifici in modo da avere un dato generale, aggiornato e facilmente aggiornabile negli anni a venire.
Nel concreto è stata poi definita una mappatura dei campi dei vari DBGT, operazione complicata a causa delle diverse specifiche di riferimento con cui sono stati fatti i diversi DBGT. Per le porzioni non coperte da nuovi DBGT si è ricorso alla CTRN, andando ad inserire gli aggiornamenti inviati dai singoli comuni. Il layer ottenuto sarà strutturato secondo una specifica di definizione degli attributi “di sintesi”.

My Geo Project - Geo tools for Modernization and Youth employment

Le tecnologie di informazione e comunicazione geografica (Geo-ICT) sono nate con la crescita internazionale dei servizi geo-digitali. Global Geospatial Industry Outlook 2018 ha introdotto il Geospatial Readiness Index (GRI) per misurare la propensione di una nazione a sfruttare le opportunità offerte dalle tecnologie geospaziali. L’Italia mostra alcuni aspetti negativi legati alla mancanza di competenze geo digitali e training formativo. Attraverso il progetto MYGEO, sono stati raccolti feedback sull’uso e la formazione dei Sistemi Informativi Geografici (GIS) in Italia, in ambiente universitario (studenti e professori) e nel settore aziendale, al fine di identificare le lacune che dovrebbero essere colmate nell’insegnamento universitario e di individuare le competenze GIS richieste dalle aziende. Con lo scopo di promuovere esperienze di mobilità internazionale, è stato svolto uno stage in un’azienda belga, in cui è stata messa in evidenza la potenzialità degli strumenti GIS attraverso la realizzazione di un database connesso a un modello 3D di una smart city per ottenere un digital twin.

Mappatura ed analisi del rischio delle coperture in amianto nel comune di Carpineti (RE)

Il presente lavoro si occupa dell’analisi del rischio rappresentato dalle coperture in amianto, inserendosi nel più ampio progetto “Asbestos Free” sviluppato da Aerodron S.r.l. all’interno delle numerose normative nazionali e regionali che dal 1992 vietano produzione, lavorazione e vendita di tale materiale, consigliandone lo smaltimento e la rimozione. Il metodo di lavoro di Aerodron si basa sulla qualità dell’informazione che solo immagini ad alta risoluzione realizzate da un drone possono dare. Tali immagini vengono successivamente processate tramite un Random Forest Algorithm, migliorato e potenziato ad ogni nuovo volo grazie ad un plug-in specifico sviluppato per Qgis. La classificazione delle immagini prodotta dall’algoritmo ha la capacità di rendere visibili all’operatore le coperture in amianto localizzate anche in contesti più nascosti. Nello specifico, durante il tirocinio svolto all’interno dell’azienda sono stati presi in considerazione i comuni della comunità montana dell’appennino reggiano. Tra questi, Carpineti è risultato il comune in cui l’algoritmo ha lavorato meglio e per questo è stato scelto come particolare caso da analizzare nell’elaborato finale. Questo si comporrà di una parte introduttiva, di una teorica e di una di analisi, concludendosi con la presentazione dei dati finali e della cartografia del rischio basata sui diversi indici di pericolosità dell’amianto dipendenti, a loro volta, dal contesto in cui ogni copertura si trova.

Carta topografica escursionistica del Parco dei Castelli Romani (RM)

L’obiettivo del Progetto è stato quello di realizzare una Carta topografica escursionistica informatizzata dell’area del Parco Regionale dei Castelli Romani (RM).
Il tema principale è l’individuazione dei Sentieri CAI (Club Alpino Italiano), rete di percorsi naturalistici e storico-archeologici che attraversa il Parco, al fine di renderlo fruibile, tutelandone al contempo la conservazione e la biodiversità.
La costruzione della Carta del Parco è stata effettuata in tre fasi:
1. In primis sono stati definiti gli obiettivi dello stage insieme alla Cartago s.r.l. (società presso la quale è stato svolto lo stage). È stato reperito il materiale, in formato raster e vettoriale, riguardante il territorio della Regione Lazio e il Parco dei Castelli Romani.
2. La seconda fase è consistita nella individuazione e nella digitalizzazione dei Sentieri CAI, attraverso sopralluoghi e fotointerpretazione.
3. Nella terza fase è stato costruito il Progetto in QGIS, sul quale sono stati elaborati geoprocessi raster e vettoriali.
Il Progetto si è concluso con la realizzazione di una Carta informatizzata sulla quale è possibile effettuare diverse analisi dei caratteri geomorfologici, naturalistici e storico-archeologici del Parco e dei Sentieri CAI.

Analisi dei dati LiDAR per la pianificazione della proprietà forestale

La pianificazione forestale si basa sull’analisi di alcune caratteristiche stazionali e vegetazionali. Alcune di queste caratteristiche sono state ricercate attraverso l’analisi della nuvola di punti da dati LiDAR: la pendenza media e l’esposizione prevalente per la morfologia; la copertura arborea, la composizione prevalente, la distribuzione verticale, gli stadi cronologici e i valori dendrometrici dei singoli alberi per le caratteristiche vegetazionali. Nonostante tale analisi non consenta l’ottenimento di tutti i parametri forestali, essa permette uno studio su aree molto ampie non analizzabili con i precedenti metodi di rilievo.

My Geo Project - Geo tools for Modernization and Youth employment

Le tecnologie di informazione e comunicazione geografica (Geo-ICT) sono nate con la crescita internazionale dei servizi geo-digitali. Global Geospatial Industry Outlook 2018 ha introdotto il Geospatial Readiness Index (GRI) per misurare la propensione di una nazione a sfruttare le opportunità offerte dalle tecnologie geospaziali. L’Italia mostra alcuni aspetti negativi legati alla mancanza di competenze geo digitali e training formativo. Attraverso il progetto MYGEO, sono stati raccolti feedback sull’uso e la formazione dei Sistemi Informativi Geografici (GIS) in Italia, in ambiente universitario (studenti e professori) e nel settore aziendale, al fine di identificare le lacune che dovrebbero essere colmate nell’insegnamento universitario e di individuare le competenze GIS richieste dalle aziende. Con lo scopo di promuovere esperienze di mobilità internazionale, è stato svolto uno stage in un’azienda belga, in cui è stata messa in evidenza la potenzialità degli strumenti GIS attraverso la realizzazione di un database connesso a un modello 3D di una smart city per ottenere un digital twin.

Mappatura della copertura del suolo e calcolo dello stoccaggio di carbonio negli anni 1955 - 2018, lungo il canale Piovego a Padova

I servizi ecosistemici (SE) rappresentano, secondo il Millennium Ecosystem Assesment (MA) “i servizi multipli forniti dagli ecosistemi al genere umano”, (Millennium Ecosystem Assessment, 2005). Il sequestro e lo stoccaggio di carbonio costituiscono un servizio di regolazione assicurato dai diversi ecosistemi terrestri e marini grazie alla loro capacità di fissare gas serra (Hutyra et al., 2011). Questo servizio contribuisce alla regolazione del clima a livello globale. Tale lavoro presenta lo studio della variazione dell’uso del suolo nella città di Padova dal 1955 al 2018, e ne quantifica la variazione dello stoccaggio di carbonio. L’area di studio ricade nel comune di Padova, più precisamente entro il perimetro di 150 m dall’argine del canale Piovego, analizzando così l’ecotipo urbano influenzato dal sistema di vecchie mura della città e dal sistema idrografico. Al fine di ottenere la variazione di copertura del suolo sono state mappate le diverse coperture di uso del suolo sul profilo delle foto aeree del 1955 e dell’ortofoto del 2018, secondo otto classi di riferimento. A ognuna delle classi è stato attribuito un valore relativo allo stoccaggio di carbonio relativo a: biomassa epigea, biomassa ipogea, carbonio del suolo e carbonio della lettiera. Il confronto tra i valori di stoccaggio di carbonio 1955-2018 è stato effettuato tramite il software open source InVest: ed in particolare il modello “Carbon Storage and Sequestration” che fornisce mappe della quantità di carbonio immagazzinato dagli ecosistemi terrestri. L’analisi condotta evidenzia che nel 1955 lo stock di carbonio immagazzinato nell’area di studio era di 7890,03 Mg, mentre nel 2018 il valore è
leggermente diminuito, con una variazione in negativo per il 2018 di -1544,07 Mg.

Una metodologia per la realizzazione del database della copertura del suolo nel 1954 con l’analisi delle evoluzioni dal 1954 al 2015

In questo elaborato si analizza una procedura metodologica, in ambiente GIS, per poter ricavare una banca dati della copertura del suolo nell’anno 1954 (anno del ‘Volo GAI’) ottimizzando i tempi di esecuzione.
L’area oggetto di interesse si trova in Provincia di Belluno nel Veneto e comprende, del tutto o in parte, i seguenti Comuni: San Gregorio nelle Alpi, Sospirolo, Sedico, Belluno, Ponte nelle Alpi, Limana, Trichiana, Mel, Lentiai, Feltre, Cesiomaggiore, Santa Giustina.
Il ‘Volo GAI’, eseguito dal consorzio ‘Gruppo Aereo Italiano’ nel 1954-55, è la prima ripresa stereoscopica dell’intero territorio italiano. Le immagini del volo GAI, in bianco e nero già ortorettificate e georeferenziate, sono state utilizzate come dati di input all’interno del software QGis. Successivamente, attraverso un’analisi sulle differenze tonali nella scala di grigi presenti nell’immagine, è stata fatta una classificazione dell’uso del suolo. La classificazione adottata è strutturata su un solo livello, facendo riferimento alle classi della Legenda Corine Land Cover.
L’output cartografico finale, che rappresenta la copertura del suolo del 1954, è stato inoltre confrontato con la Carta di Copertura del Suolo nelle più recenti produzioni (2007, 2012 e 2015) al fine di individuare le transizioni tra le diverse categorie d’uso (classi).
Tali dinamiche territoriali, soprattutto la crescita delle aree urbane e relative infrastrutture, determinano modificazioni microclimatiche. L’identificazione di questi cambiamenti e il loro monitoraggio, sono fondamentali al fine di individuare degli indicatori utili al raggiungimento degli obiettivi stabiliti dall’ONU nell’Agenda 2030 (in particolare gli SDGs 11, 13 e 15).

Analisi delle variazioni morfologiche del Torrente Cordevole (Alpi Orientali) a seguito dell’evento Vaia tramite remote sensing e applicazioni GIS

In questo studio è stata effettuata un’analisi quantitativa della risposta geomorfologica del Torrente Cordevole agli eventi meteorologici causati dalla depressione estrema Vaia che ha colpito l’Italia a fine ottobre 2018. A tal fine sono state utilizzate delle ortofoto acquisite nel 2015 e un’immagine satellitare SPOT acquisita nel 2018 poco dopo l’evento.
L’immagine SPOT è stata georeferenziata con un errore di 9,7 m. La porzione terminale del Torrente Cordevole è stata quindi suddivisa in tratti dalle caratteristiche morfologiche e di confinamento omogenee, quindi i suoi elementi principali (alveo, isole, piana alluvionale) sono stati digitalizzati e analizzati statisticamente con applicativi GIS, indipendentemente e in relazione tra loro.
Ciascun tratto è stato classificato per confinamento (8 semi-confinati e 4 non confinati), morfologia (8 tratti sinuosi, 3 wandering e uno sinuoso a barre alternate) e presenza di tributari. La variazione dei parametri analizzati ha mostrato un generale aumento dell’ampiezza dell’alveo, della sua area (+1 km2) e una riduzione del numero di isole (-1.6 km2). La maggior parte delle isole è stata erosa, tranne nel tratto 4 e 11 dove l’erosione della piana ne ha create di nuove. Il tratto 7 ha subito le alterazioni minori e l’undicesimo le maggiori.
In generale gli effetti dell’evento Vaia si sono rivelati chiari e diffusi lungo tutta l’area considerata.

Realizzazione di un visualizzatore per le ispezioni dei supporti della rete elettrica per operatori Terna

L’avvento dei Sistemi aerei a pilotaggio remoto, comunemente chiamati droni ha portato ad una grande innovazione in molti campi, uno di questo è quello delle ispezioni dei tralicci dell’alta tensione. Prima infatti fare le ispezioni era difficile e molto costoso, comportano spesso l’interruzione del servizio per permettere ai tecnici il raggiungimento degli apparati. Oggi realizzare queste operazioni è molto più facile e permette di ottenere una maggior quantità di dati. In questo lavoro si è cercato di stabilire un canone di come queste operazioni vadano svolte; a partire dalla pianificazione fino alla comunicazione dei dati agli operatori Terna in ufficio. Per questa seconda parte in particolare si è voluto sviluppare un webgis che contenesse tutte le immagini raccolte, arricchite dal loro dato spaziale e che fosse uno strumento di facile utilizzo.

Luca Gasparini

Attuale occupazione: Istruttore tecnico presso il settore Gestione del Territorio del Comune di Quinto di Treviso

Occupazioni precedenti: Istruttore tecnico presso il settore Gestione del Territorio del Comune di Paese, con qualifica di Responsabile del Settore e di diversi uffici, dal 07/2008 al 06/2014

Titoli di Studio: Laurea in Sistemi informativi territoriali, conseguita presso IUAV nel 04/2004;
diploma di geometra conseguito presso ITC e G “A. Martini” a Castelfranco Veneto nel 07/1986;

Competenze informatiche: Conoscenza programmi Microsoft, Autodesk, Intergraph GeoMedia, Esri ArcView e programmazione ASP/PHP acquisite presso corso di laurea e tempo libero.

Carlo Masetto

Sono un ingegnere per l’ambiente e il territorio, laureato presso l’Università di Padova, con specializzazione difesa del suolo e territorio, abilitato all’esercizio della professione.

Al termine degli studi, come assegnista di ricerca presso il dip.to TESAF dell’Università di Padova, ho approfondito le tematiche legate al rischio idrogeologico da debris-flow in area montana, utilizzando sistemi GIS per l’analisi e l’elaborazione dei dati raccolti.

Successivamente, ho maturato esperienza per alcuni anni come impiegato tecnico nell’area Qualità-Ambiente-Sicurezza di un’importante impresa multinazionale del settore energetico, sviluppando le capacità tecniche ed umane richieste per operare in un contesto dinamico all’interno di una grande organizzazione.

Attualmente lavoro presso uno studio professionale come consulente tecnico per imprese ed enti pubblici negli ambiti Ambiente, Sicurezza e Prevenzione Incendi, attività che mi ha consentito di affinare negli anni le capacità di analisi e problem-solving multidisciplinare.

Appassionato delle tematiche territoriali, ambientali ed energetiche, e sempre desideroso di ampliare lo spettro delle mie competenze, mi sono iscritto alla IV ed. del Master in “GIScience e Sistemi a Pilotaggio Remoto” per acquisire nuove skills in ambito GIS e telerilevamento, alla luce dello sviluppo tecnologico avvenuto negli anni recenti e conscio della sempre crescente importanza che tali strumenti ricoprono nel campo dell’ingegneria ambientale.

Pietro Mattivi

Dopo aver conseguito il Dottorato in Scienze Ambientali, presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, si occupa di conservazione e gestione delle risorse ambientali, lavorando principalmente in ambito marino-costiero.

Pietro Mattivi

07/2018: Esame di stato, Abilitazione alla professione di Ingegnere;
03/2018: Laurea Magistrale in Ingegneria per l’Ambiente ed il Territorio curriculum internazionale “Earth Resources Engineering” in lingua inglese presso l’Università di Bologna, con tesi in Applied Geomatics dal titolo “Remote sensing and geomorphological data in support of precision agriculture and precision forestry”;
01-05/2017: Erasmus+ presso “University of Iceland – Háskóli Íslands”, Reykjavík (Islanda);
09/2015: Laurea Triennale in Ingegneria per l’Ambiente ed il Territorio presso l’Università degli Studi di Trento.

Ottima conoscenza della lingua inglese (C1 – 7.5 IELTS), buona conoscenza della lingua tedesca (B2).

Chiara Ferrario

Formazione
2018-ora: Master II livello in GIScience e sistemi a pilotaggio remoto / DiCEA – Università di Padova (QEQ 8)
2012-2018: Laurea in Architettura LM-4 / Università di Ferrara (QEQ 7) Tesi in Paesaggio “Mondi lontanissimi: prospettiva di un’integrazione tra Hyperloop e corridoi infrastrutturali esistenti”
2015-2016: Erasmus+ / Universidade do Minho (Guimarães, Portogallo) 2006-2012: Liceo Scientifico Carlo Cattaneo / Monselice (Padova)

Esperienze lavorative
2018:progettista junior presso Linknet s.r.l.s. / Rubano (Padova) progettazione PoP, PCN e route; permit processo di progettazione degli impianti per la fibra ottica

Workshop e stage
2018: workshop / Periferica, the open museum – Mazara del Vallo, Trapani Rigenerazione urbana, allestimento, autocostruzione in legno. 2017: workshop / Giardino OPS – Ferrara Rigenerazione urbana, restauro di un giardino, progettazione del paesaggio.
2016: stage / Miguel Melo Arquitetura – Guimarães, Portogallo

Lingue
Inglese / Portoghese

Competenze informatiche
AutoCAD / SketchUp / Cinema4D / Adobe Suite / QGIS

Interessi
fotografia analogica / sviluppo in camera oscura / ukulele / science-fiction

Andrea Semenzato

With a Master degree in Geology and Earth Sciences (graduated cum Laude at University of Padua in 2018), I specialize in the field of Planetary Science, developping advanced skills in GIS (Geographic Information System), Remote Sensing, integrated cartography, image processing and analysis, and 3D environment reconstructions. During my Master project I have benefited from the opportunity to work with a pan-European research group, within a one-week training course at IAPS-INAF (Istituto nazionale di Astrofisica) in Rome (Italy), and a 3-month internship within the Department of Physical Sciences at The Open University, Milton Keynes (UK) (April-July 2018). I subsequently presented my project at the EPSC2018 (European Planetary Science Congress), in Berlin (September 2018). In 2017, I was awarded the scholarship “Mille e una Lode” for best students based on grade coefficient, and in August 2018, I obtained an English C2 EFSET/Council of Europe Level certificate, in San Diego, California (USA).

Rocco Orefice

Laureato col massimo dei voti in Pianificazione Territoriale Urbanistica Paesaggistica e Ambientale, a Napoli. Ho avuto esperienze nel campo della redazione di piani urbanistici a Messina, collaborando con l’Ufficio di Piano per 6 mesi. Ad oggi, invece, collaboro con lo Studi Gasparrini per la redazione del Piano di Giugliano in Campania. Nel periodo messinese, inoltre, ho avuto l’opportunità di lavorare per l’AMAM spa, azienda che si occupa delle gestione dei sottoservizi del Comune di Messina: ho lavorato alla costruzione di un geo-database avente come informazioni le mappature di tutti gli impianti dei sottoservizi comunali comprese di sorgenti, pozzi, serbatoi e condotte.

Tali esperienze, sommate a quelle universitarie, mi hanno portato a sviluppare una padronanza di determinati softwere di gestione\analisi del territorio come il Gis, così come tutti quelli di grafica appartenenti al pacchetto Adobe. Sono disposto a migliorarmi sempre: spirito di adattamento a nuove situazioni, luoghi e ambienti multiculturali. Competenze relazionali favorite da una forte curiosità, entusiasmo e voglia di conoscere, da una predisposizione al lavoro in team e ai rapporti interpersonali.

Adriana De Rosa

La mia formazione è improntata su conoscenze urbanistiche, socio-economiche, amministrative e ambientali, conseguita con laurea specialistica in Pianificazione della città, del territorio e dell’ambiente.

Ho lavorato nel campo dell’urbanistica e dell’architettura svolgendo mansioni di consulenza, progettazione, collaborazione e ricerca nella pianificazione urbana e territoriale e nella prevenzione urbanistica del sisma.

Ho svolto anche lavori che si sono discostati dai miei studi, acquisendo in questo modo competenze trasversali e rafforzando la capacità di ascolto e confronto con persone di diverse formazioni e ambienti.

Possiedo una buona conoscenza della lingua inglese ed ho esperienze consolidate nell’utilizzo dei software di più ampia diffusione tra cui ArcGIS, AutoCad, il Pacchetto Office e Adobe.

Lorenzo Fantoni

Da sempre appassionato di geografia e trasporti mi sono laureato alla magistrale in Geografia e Processi Territoriali all’Università di Bologna nel 2017 con 110/110 con lode con una tesi sul monitoraggio della frana di San Leo tramite acquisizione dati e realizzazione di modelli digitali del terreno in collaborazione con la ditta S.A.L. Engineering di Russi (RA).

Da oltre un anno collaboro come cartografo alla redazione e ricognizione dell’atlante dei beni paesaggistici art. 136 della regione Emilia-Romagna presso il Segretariato Regionale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Da anni gestore di Vola Bologna.

Alberto Grava

Dopo la laurea triennale in Geografia dei processi territoriali a Padova e la specialistica in Pianificazione e politiche ambientali a Venezia dal maggio 2011 per 7 anni ho lavorato come pianificatore territoriale (abilitato alla professione nel 2016) presso Tepco srl, azienda che opera nel campo della progettazione urbanistica e architettonica.

Durante il mio percorso professionale ho maturato una grande conoscenza degli strumenti urbanistici comunali, lavorando principalmente su comuni delle provincie di Treviso, Venezia e Belluno, ma ho avuto modo di affrontare anche lavori su tematiche paesaggistiche e ambientali.

Negli ultimi 3 anni ho lavorato, sempre per Tepco srl, direttamente presso la sede della Regione Veneto impegnato portare a avanti la parte vincolistica del Piano Paesaggistico Regionale.

Da quest’estate sono libero professionista e mi occupo principalmente di VAS, pianificazione territoriale e GIS.

Carlo Zanetti

Laurea Magistrale in Economia dell’Ambiente, della Cultura e del Territorio presso l’Università degli Studi di Torino (110/110 Lode e Menzione); Laurea Triennale in Economia e Commercio presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia (95/110); Diploma di Liceo Scientifico.

Ho svolto un tirocinio curricolare di cinque mesi presso Arpa Piemonte finalizzato alla stesura della Tesi di Laurea Magistrale dal titolo “Impatti del cambiamento climatico sul settore vitivinicolo in Piemonte. Analisi degli areali di produzione”, nell’ambito del progetto europeo INTERREG Alcotra “CClimaTT”, in cui la Regione Piemonte è capofila.

Ho svolto un periodo di studio a Lisbona di 5 mesi con il Progetto Erasmus e un tirocinio curricolare di 2 mesi a Pelotas in Brasile. Sono redattore della newsletter settimanale online “Ecopolis” di Legambiente Padova.

Amo la montagna ed in particolare le Dolomiti, da sempre il mio rifugio quando ho bisogno di un contatto profondo con la Natura.

Francesco Natalini

Formazione
Nel 2014 ho conseguito la Laurea Magistrale in Scienze Forestali ed Ambientali presso l’Università degli Studi di Padova. Dal 2017 sono iscritto all’Albo dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali. Nel 2017 ho completato il master di 1° livello in Gestione Ambientale Strategica

Esperienze lavorative
Dal 2010 collaboro con il Corpo Forestale Provinciale di Bolzano (BZ) per il rilievo di dati in campo e per l’aggiornamento di diversi Piani di Assestamento Forestali.

Dal 2017 collaboro come libero professionista con: Studio forestale ForST a Toscolano Maderno (BS) Geoconsulting Int. a Bolzano (BZ)

Gian Marco Salani

Da Luglio 2018 è borsista presso il dipartimento di Fisica e Scienze della Terra UNIFE.

Durante il periodo accademico ha svolto 2 tirocini:

presso il servizio ambiente del Comune di Ferrara;
presso SGM Geologia e Ambiente Srl (Ferrara).

Nel Marzo 2018 si è laureato con votazione 110/110 in Scienze Geologiche, Georisorse e Territorio (LM 74) presso il dipartimento di Fisica e Scienze della Terra UNIFE.

Nel Marzo 2015 ha conseguito la laurea triennale in scienze geologiche (L 34) presso UNIFE. Ha conseguito la maturità scientifica nel luglio 2011.

Salvatore Polverino

Mi chiamo Salvatore Polverino e sono un giovane architetto di ventinove anni, laureato a pieni voti alla classe LM-4 presso il Dipartimento di Architettura Federico II con iscrizione all’albo dell’Ordine Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori di Napoli e Provincia numero 12933.

Ho maturato un’esperienza diversificata in relazione alle diverse fasi di progetto in prima istanza in qualità di stagista presso il Comune di Marano di Napoli tra il Luglio e Settembre 2015 ove ho relazionato i diversi stati di avanzamento lavori SAL, come stabilito nelle procedure capitolate Più Europa.

Durante l’anno 2017 ho svolto funzione di assistente di progetto presso Casademont Architekten GmbH, esercitando sia la funzione di artigiano e disegnatore di interni che di specialista BIM per interventi anche mirati all’ammodernamento ed efficienza degli impianti.

A causa dell’evento sismico dell’isola di Ischia, verificatosi il dì 21 Agosto 2017, ho deciso di fare ritorno nel mio luogo di residenza e già un mese dopo ho collaborato presso lo studio tecnico in architettura Armando Polverino.

Nell’ Aprile 2018 ho partecipato ad un programma di pianificazione territoriale presso il CNR-IRISS di Napoli, per il quale ho esposto un tema di progetto sullo sviluppo del porto di Napoli Est e zone economiche speciali; ciò mi ha permesso di mettere in campo su scala urbanistica competenze legate sia alla computergrafica 3DSMAX e motion graphics AfterEffects che alla progettazione e gestione QGIS e webGIS nello specifico l’infografica del piano triennale delle opere del Porto di Napoli e la modellazione e pianificazione dell’intera porzione di città.

L’attività di supporto alla ricerca è stata indirizzata al Master di II° livello in progettazione e progettazione sostenibile delle aree portuali che ho concluso il dì 29 Ottobre 2018 con votazione 110/110, lode e menzione accademica come desunto sulla rivista internazionale di cultura urbanistica TRIA Territorio della Ricerca su Insediamenti e Ambiente of Research on Settlements and Environment di edizione numero 20,ISSN 2281-4574 .

Ho atteso poi,nello stesso semestre, una prova di preselezione presso il Dipartimento di Agraria della facoltà Federico II in merito ad un programma di sviluppo di attività apistiche promosso dal fondo europeo agricolo che mi vedrà presente secondo date non vincolanti presso il CNR e Istituto di Entomologia Agraria del suddetto ateneo nel biennio 2019-2020.

La diffusione di questa attività è stata veicolata attraverso un corso di avviamento in apicoltura tenuto dal Gruppo Apistico paritetico VoiAPE, Fondazione Luigi Terriaca e il Consorzio Nazionale produttori apistici CoNaProA, Università degli Studi Napoli Federico II e Università degli Studi del Molise con la direzione dei docenti Emilio Caprio, Gennaro Di Prisco, Pier Antimo Carlino e Antonio de Cristofaro e importanti realtà di filiera e biomonitoraggio.

Sono fluente in lingua tedesca e inglese avendo già esplicitato fasi di pianificazione di progetto, monitoraggio e documentazione di proprietà, fornendo funzione di leadership e mediazione presso realtà prima elencate e altre quali la Diocesi di Ischia, importante realtà turistico-religiosa per la quale ho diretto l’apertura del museo della Basilica di Santa Maria di Loreto in Forio di Ischia, in parallelo ad un piano biennale di formazione ad indirizzo Management di beni culturali.

Ho inoltre maturato un grado di ascolto e di percezione ambientale ampio del quale ho manifestato il mio interesse alle discipline antropo-psico-pedagogiche e metodologie nelle tecnologie didattiche a seguito del percorso di formazione iniziale, tirocinio e inserimento nella funzione di docente denominato FIT 24 durante l’anno 2018 presso l’ateneo federiciano.

I miei sforzi sono finalizzati alla resa di una visione multiscalare e multispettrale in relazione alle diverse dinamiche del territorio, VIA/VAS, implementando così agli insegnamenti forniti dal Master universitario di II° livello in GIScience dell’ateneo padovano, quali la progettazione e la gestione delle infrastrutture dei dati territoriali in QGis, anche l’ausilio della programmazione informatica Python, Numpy e Matplotlib; di questi ho già sperimentato risultati attesi al precedente Master di II° livello sulle aree portuali, ma resto fiducioso di poter approfondire ancora la complessa realtà durante questa IV Edizione come l’ausilio dei droni a pilotaggio remoto nonchè l’impiego di strumenti GPS ad alta precisione e magari confrontandomi con altre realtà durante il convegno su Software e Dati Geografici Free e Open Source FOSS4G-it 2019.

Alberto Peracino

Laurea su uso dello spazio del camoscio alpino nel 1998.

Dal 1999 al 2003 studio su migrazioni stagionali dello stambecco alpino nell’ambito del progetto Interreg II su presenza e distribuzione dello stambecco alpino.

Dal 2004 al 2007 consulente naturalista presso il Centro di referenza per le malattie degli animali selvatici (CeRMAS) dell’IZSTO sede di Aosta.

Dal 2008 Guardaparco presso il Parco Nazionale Gran Paradiso.

Silvia Matteucci

Nata a Livorno. Diploma di Liceo Classico. Laurea in Ingegneria Edile a Pisa (iscritta all’Ordine, Civile Ambientale, Sez.B). Interessata al Risparmio Energetico degli Edifici (analisi stazionarie e dinamiche: Design Builder, EnergyPlus), all’Acustica Edile e Ambientale (TAE), a Protezione e Prevenzione Incendi (Professionista Abilitata, Iscritta Elenchi VVFF), a modellazione BIM (Revit).

Trasferita a Vicenza, lavoro nella sezione “Pianificazione Territoriale e Catasto” della Base Americana USAG-ITALY dove, tra le altre, sono GIS Manager.

Capace sul lavoro di rimanere concentrata a oltranza finché un problema non è risolto. Serena e appagata, sul lavoro e nella vita, se posso tenere ritmi intensi e avere la mente ben impegnata. Alla ricerca di costanti stimoli, adoro studiare: imparare cose nuove e approfondire sempre più quelle già conosciute.Adorerei la libera professione (sfide tecniche, ritmi intensi, conoscenze e costanti aggiornamenti richiesti), se fosse solo tecnica e non ci fosse burocrazia.

“LIVE, AS IF YOU WERE TO DIE TOMORROW; LEARN, AS IF YOU WERE TO LIVE FOREVER”

Enrico Vernelli

Laurea Magistrale LM-60 “Scienze e Gestione Sostenibile dei Sistemi Naturali” UniTo (dall’a.a. 2015-2016 a luglio 2018), voto 110/110 con Lode e Menzione e candidato alla Medaglia d’Argento per miglior tesi dell’anno del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi. Stage: “Oasi di Ripa Bianca” riserva naturale Jesi(AN) Titolo tesi: “Valutazione dei parametri che condizionano l’innesco dei fenomeni franosi.”

Laurea Triennale L-25 “Scienze Forestali e Ambientali – Agraria” UnivPM nell’a.a. 2011-2012, voto 104/110. Stage: “Gli Amici delle Cerque” Cooperativa Sociale vivaistica, Camera Picena(AN) Titolo tesi: “Le Oasi dello Spirito: il viaggio dell’animo da ponente a levante.”

Perito Informatico ITIS G.Marconi Jesi(AN) voto 72/100 Brevetto Open Water Diver PADI 2018 Guida naturalistica presso l’Oasi di Ripa Bianca Jesi (AN) 2017 Vicedirettore di Arcieri Selva Castagnola di Chiaravalle (AN) 2014-2015 Summer School (Dolomiti) “Sistemazioni Idraulico-Forestali e Ingegneria Naturalistica” con Prof. Paolo Tarolli 2012.

Domenica Parisi

Ho studiato Scienze Geologiche a Bari (anno accademico 2012/13), svolgendo la tesi triennale in “Applicazioni di metodi geofisici per l’agricoltura di precisione”,con una valutazione finale di 110/110 con lode conseguita il 16/10/2015. Questo progetto di tesi è stato presentato alla 5 Eurosoil International congress soil survey and mapping a Istanbul e successivamente pubblicato sulla rivista Catena.

Mi sono specializzata in Scienze Geofisiche, svolgendo una tesi dal titolo “Indagini geoelettriche nel mar Piccolo di Taranto” con una votazione finale di 110/110 in data 20/7/2018.

Ho svolto un periodo di stage in uno studio privato di geofisica (GIULOCO) a Matera, nel quale ho eseguito indagini radar, geoelettriche e sismiche con la successiva elaborazione ed interpretazione dei dati in studio.

Alessio De Crignis

Laurea triennale in Scienze e tecnologie per l’Ambiente e la Natura presso l’Università degli Studio di Udine e laurea magistrale in Scienze Forestali e Ambientali presso l’Università degli Studi di Padova.

Durante il periodo di studi universitario e negli anni successivi collaboratore presso due studi di tecnici e dal 2012 libero professionista dottore forestale con specializzazione in pianificazione forestale, progettazione, coordinatore della sicurezza e direzione lavori in interventi di viabilità forestale e tagli selvicolturali, consulenza ad imprese del settore e redazione di pratiche ambientali.

Ludovica Crocitto

I was born in Rome on the 3rd March 1991. Passionate about the Dolomites since I was a kid, I chose to study geology to understand the processes which formed the mountains millions and millions of years ago. My master’s degree thesis in Dolomiti Unesco has allowed me to acquire good skills in geological surveying and mapping.

After my degree, I got experience in applied geology, learning to write geological and geotechnical reports, to make drilling core stratigraphy and to carry out other field measurements.

I’m a very dinamic and active person, I enjoy being with people, especially with children. I love fitness, the outdoors, singing and listening to celtic music, and last but not least, playing the piano and my Scottish bagpipe.

Mariangela Sandra

Lavoro da alcuni anni nel settore vitivinicolo e dell’agricoltura biologica, occupandomi in particolare di tracciabilità di filiera.

Ho lavorato anche come assegnista di ricerca presso l’Università di Udine, partecipando allo sviluppo di metodologie per il trattamento di dati agroclimatici a scala territoriale e il loro utilizzo in modelli previsionali sia per la valutazione dell’impatto ambientale dei fitofarmaci che dell’evoluzione di una particolare patologia fungina della vite.

Fiorella Coco

EQF 6: laurea triennale (L-25) in Tutela e Gestione del Territorio e del Paesaggio Agro-Forestale. Esperienza di tirocinio presso il Consorzio di Bonifica Montana del Gargano.
EQF 7: laurea magistrale (LM-73) in Scienze Forestali e Ambientali.

Esperienza Erasmus+ studio di 4 mesi in Finlandia (Joensuu).
Esperienza Erasmus+ traineeship di 3 mesi per attività di tesi in Austria (Vienna).

Attualmente frequento il Master di II livello in GIScience e sistemi a pilotaggio remoto.

Anna Costa

Appassionata alle scienze e all’ambiente ho conseguito la laurea triennale in Scienze Naturali acquisendo competenze su componenti ambientali e loro interazioni, avendo sviluppato interesse per la progettazione di sistemi di salvaguardia e ripristino dell’ambiente ho frequentato un tirocinio presso la Maffei sarda silicati spa con sede ad Orani (NU), durante il quale mi occupavo di studiare i sistemi di riqualificazione dei siti estrattivi dismessi, sull’argomento ho scritto la mia tesi di laurea dal titolo: Monitoraggio delle attività di ripristino in siti estrattivi dismessi della Maffei Sarda Silicati Spa ad Orani (NU).

Interessata ad approfondire conoscenze sulla gestione e la salvaguardia delle risorse ambientali ho completato il mio percorso di studi conseguendo il titolo di la laurea specialistica in Gestione dell’Ambiente e del Territorio acquisendo competenze quali:

identificare e valutare le risorse biotiche e abiotiche a livello ecosistemico;
analizzare e gestire i sistemi terrestri, acquatici interni e marini;
valutare la qualità ambientale, gli impatti relativi e il controllo degli inquinanti nel sistema complesso;
gestire in termini permissibili specifici ecosistemi;
gestire popolazioni di specie in pericolo di estinzione sia in situ che ex-situ;
progettare le soluzioni più adeguate per recuperare ecosistemi compromessi.

Attualmente lavoro come libero professionista e in qualità di Esperto Ambientale, mi occupo di gestione e salvaguardia dell’ambiente e di relazioni descrittive delle componenti ambientali che accompagnano la progettazione di infrastrutture, di monitoraggi ambientali soprattutto della componente floristica, in quanto durante i miei studi ho svolto diverse attività di approfondimento nel campo dell’ecologia vegetale; inoltre progetto e svolgo attività di educazione ambientale per Centri di Educazione Ambientale, scuole, associazioni e Enti pubblici.

Riccardo Boniardi

Mi sono laureato al corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e il Territorio all’Università di Milano Bicocca nel 2015. Durante la mia esperienza di tesi magistrale, svolta in collaborazione con il CNR-IREA di Milano e l’Università di Parma, ho avuto modo svolgere campagne di campionamento di acque e biomassa vegetale, e ho acquisito esperienza nella gestione di dati e nella loro esposizione in report appositi. Ho inoltre avuto modo di utilizzare software GIS e di fotointerpretazione.

Nel dicembre 2017, dopo un master in Energy Management e Sviluppo Sostenibile, mi sono occupato di Corporate Social Responsibility, seguendo attività come efficientamento energetico, auditing dei fornitori, verifica conformità ISO, rendicontazione di KPI non finanziari e gestione del rapporto con clienti nazionali ed esteri.

Ho infine maturato un’esperienza nel settore dei biocarburanti sostenibili, gestendo gli aspetti legati alla sostenibilità delle partite per conto di diversi clienti internazionali.

Davide Basile

Laureato in archeologia nel 2013, svolgo lavoro sia sul campo che come operatore didattico in collaborazione con diversi enti e musei della Lombardia.

Dal 2014 sono fondatore di ACU Ambiente Cultura Uomo SRLS, società che offre servizi di didattica ai musei.

Dal 2017 sono anche pilota SAPR.

Mauro Silvia

Architetto libero professionista, vivo e lavoro nell’isola di Pantelleria. Collaboro per una società che produce e distribuisce energia elettrica e per l’ente Parco Nazionale Isola di Pantelleria. Da diversi anni lavoro anche nel campo del web: realizzo e ottimizzo, in ottica SEO, siti web.

L’utilizzo di droni in ambito lavorativo, con qualifica di pilota SAPR, effettuando prevalentemente rilievi fotogrammetrici e l’interesse per il GIS sono stati i principali motivi che mi hanno spinto ad iscrivermi al master in GIScience e sistemi a pilotaggio remoto per la pianificazione del territorio.

Un'analisi territoriale e il ruolo del partecipatory GIS all’interno del Comune di Pistoia

La mancata approvazione dei piani della mobilità nel Comune di Pistoia comporta certamente un passo indietro, non solo all’interno della stretta area in esame.

In relazione alla tesi già effettuata, riguardante il PUMS di Pistoia, si sono voluti approfondire temi non trattati durante il periodo di tesi: attraverso lo studio di diversi caratteri che compongono il territorio mediante strumenti GIS avanzati e attraverso un’ipotesi di utilizzo della partecipatory GIS nel contesto della formazione di un piano all’interno del Comune di Pistoia.

I bacini lombardi: montagna e pianura tra pioggia e neve

L’obiettivo del lavoro è la realizzazione di una cartografia digitale dei bacini e sottobacini idrografici della Regione Lombardia, che sia funzionale alle attività svolte all’interno del Settore Tutela dai Rischi Naturali di ARPA Lombardia. Per la realizzazione dei prodotti cartografici si utilizza il software QGIS.

Dopo una ricognizione del materiale a disposizione, si decide di impostare il lavoro su una bacinizzazione già realizzata per l’area montana realizzata dal professor Carrara del CNR. Tuttavia, mentre per l’area montana è possibile sfruttare processi GIS automatici per la delimitazione dei bacini idrografici, in pianura è necessario procedere con il tracciamento a mano.

Si realizza dapprima una cartografia dei macrobacini, ovvero i bacini relativi ai corsi d’acqua che sfociano direttamente in Po. Per fare ciò si utilizzano dei tool della libreria Saga-GIS. Questi consentono una prima identificazione grossolana degli spartiacque a partire dal Modello Digitale del Terreno regionale 20×20. Il risultato così ottenuto viene generalmente tenuto valido per l’area di montagna (dopo aver verificato la corrispondenza con il layer prodotto da Carrara) e modificato in pianura tenendo conto delle peculiarità dell’area di studio.

Successivamente si procede suddividendo i macrobacini in corrispondenza del cambio di corpo idrico e in corrispondenza degli idrometri della rete di monitoraggio ARPA. Infine, si assegna una codifica ai bacini così ottenuti in modo che questi possano essere aggregati e utilizzati a scala diversa a seconda delle esigenze applicative.

Viene poi presentata una carrellata delle possibili applicazioni dei bacini prodotti nell’ambito delle attività e dei compiti del Settore Tutela dai Rischi Naturali.

Analisi dell’erosione costiera nel Delta del Po dal 1911 al 2014 mediante aero-fotogrammetria

In questo progetto si affronta lo studio delle variazioni planimetriche della linea di costa mediante l’elaborazione di rilievi aero-fotogrammetrici effettuati sull’area costiera del delta del Po dall’anno 1911 all’anno 2014. Sono stati elaborati rilievi aerofotogrammetrici realizzati nel 1933, 1944, 1949, 1955, 1962, 1977, 1983, 1990, 1999, 2008 e 2014 orientati rispetto ad uno stesso sistema di riferimento e dati di cartografia ottenuta da misure topografiche classiche riferiti agli anni 1911 e 1924.

In questo studio in particolare, si sono analizzati i rilievi effettuati nell’anno 1949, ottenendo in una prima fase il fotopiano dell’area oggetto di studio, ricavata utilizzando 60 fotografie aeree fornite dall’Istituto Geografico Militare. Successivamente è stata disegnata la linea di costa del Delta del Po e calcolati i volumi di terreno emersi.

Il confronto, eseguito secondo l’analisi multitemporale, ha provveduto a fornire le variazioni più rilevanti della restituzione al tratto della linea di costa, verificatasi nel periodo tra il 1944 e il 1962. In questo intervallo di tempo si è infatti sviluppata la fase più determinante del fenomeno della subsidenza, sintomo di intense estrazioni di gas che hanno coinvolto il polesine dagli anni ’40 all’inizio degli anni ’60. (Fabris, 2014, p 22). In epoca recente invece, facendo quindi riferimento dagli anni ’70 ad oggi, non sono state riscontrate rilevanti variazioni superficiali, segno di un ritrovato equilibrio da parte del Delta. La subsidenza ha cause naturali e antropiche.

La subsidenza di origine naturale è derivata dalla costipazione dei terreni di recente deposizione, dalla ossidazione delle torbe e dai movimenti tettonici a scala regionale. Ma è stata la subsidenza di origine antropica, determinata dall’estrazione dal sottosuolo di “acque metanifere”, avvenuta tra gli anni trenta e cinquanta, che ha indotto, con tutta la sua gravità, sul territorio un notevole abbassamento della superficie del suolo, culminato con la disastrosa alluvione del 1951. Dagli anni ‘30 infatti, fino alla sospensione decisa dal Governo nel 1961, furono estratti nel territorio del Delta del Po miliardi di m³ di metano e gas naturali.

Mappatura aree abbandonate all’interno del comune di Padova nell’ambito del progetto MUES

L’espansione di attività e funzioni delle città negli ultimi decenni, non sempre opportunamente pianificate, hanno portato a fenomeni diffusi di abbandono e disuso di edifici ed aree. Le cause possono essere il venir meno della funzione originaria, l’isolamento rispetto al contesto dato dalla vicinanza ad infrastrutture o aree di difficile penetrazione, le discontinuità della crescita urbana che generano spazi di risulta.

L’obbiettivo di questo project work è quello di fornire un progetto WebGIS pronto per la consultazione ad utenti esterni, oltre a fornire un metodologia e una ipotesi di database in cui raccogliere e catalogare tutte le informazioni che vengono recuperate nel tempo nell’ambito del progetto MUES – Mapping Urban Empty Spaces, a cura degli studenti dell’Università di Padova, dove si è svolta una mappatura accurata, in ambiente GIS opensource, degli spazi e degli edifici abbandonati, trascurati o dismessi della città.

La mappatura si avvale del confronto comparato di diverse fonti cartografiche e aerofotografiche, corroborata dalla verifica sul campo della corrispondenza tra indicazioni delle mappe e realtà.

Analisi termica mediante APR per l’individuazione di perdite idriche in un impianto di subirrigazione

L’Azienda Agricola Salvagnini, sita in località Botta in Comune di Cavarzere, è dotata di un proprio impianto aziendale di sub-irrigazione a goccia, ovvero un sistema costituito da un tubo gocciolante interrato tra 20 e 40 cm di profondità avente la funzione di tenere inumidito il terreno e far sì che tutta l’acqua erogata venga utilizzata dalla coltura riducendo al minimo la percolazione in falda.

Il funzionamento anomalo di una parte dell’impianto ha posto in evidenza la possibile presenza di perdite idriche nell’area interessata da tale porzione dell’impianto.

Scopo del presente studio è quello di individuare l’area di possibile perdita idrica, attraverso l’uso di tecniche di remote sensing e in particolare mediante l’analisi di immagini rilevate con termocamera montata su APR.

L’analisi sfrutta il principio fisico dell’inerzia termica dei suoli, in base al quale un suolo umido subisce nell’arco di una giornata una escursione termica più contenuta rispetto ad un suolo asciutto.

Studio preliminare per la realizzazione di un processo automatizzato di Kriging spazio - temporale

Al giorno d’oggi sempre più dati vengono rilevati nelle nostre città, spesso però manca l’integrazione tra questi per un sistema di monitoraggio completo dell’ecosistema urbano. Per questo la società D.E.C.A. srl, in collaborazione con il CNR-IBAF, sta lavorando per la creazione di una piattaforma territoriale integrata che permetta di monitorare e gestire diversi aspetti della vita in città, partendo da un progetto pilota sulla gestione del verde urbano di proprietà dell’ATER del Comune di Roma.

Lo scopo di questo lavoro è di sviluppare un processo di spazializzazione che permetta di automatizzare la stima dei valori degli inquinanti per le aree interessate attraverso l’interpolazione spazio – temporale dei valori puntuali di PM10 della rete di monitoraggio della qualità dell’aria di ARPALAZIO.

Il risultato è un raster multibanda che, una volta validato, permetterà la stima dei valori degli inquinanti in esame, anche in ottica previsionale.

Classificazione delle superfici urbane impermeabili della Città di Mantova nell’ambito del progetto “Mantova Resiliente, come reagire al cambiamento climatico”

Le città rappresentano i principali centri in cui vengono svolte le attività umane, più della metà della popolazione mondiale a quest’oggi vive in aree metropolitane. Le aree urbane sono caratterizzate da un’elevata eterogeneità di superfici costituite da materiali artificiali e naturali che, nel loro complesso, influenzano l’ambiente, il clima e gli scambi di energetici.

Nel campo del telerilevamento, l’avvento di nuovi sensori in grado di acquisire dati ad elevata risoluzione spaziale e spettrale, ha permesso di sviluppare tecniche di classificazione sempre più accurate.

Tuttavia la classificazione del tessuto urbano presenta ancora delle limitazioni dovute principalmente all’elevato dettaglio spaziale fornito dalle immagini e all’eterogeneità che caratterizza questa tipologia di ambiente. La presenza di diversi materiali con caratteristiche spettrali simili e di ombre create dagli edifici e dalla vegetazione comportano spesso errori nella classificazione delle diverse componenti che caratterizzano la copertura del suolo urbano. Obiettivo di questo studio è stato la classificazione delle superfici impermeabili che costituiscono la città di Mantova.

Il processo è stato svolto analizzando immagini ad elevata risoluzione spaziale utilizzando una tecnica di classificazione supervisionata pixel-based. Il prodotto ottenuto verrà utilizzato per predisporre un piano di adattamento al cambiamento climatico della città nell’ambito del progetto “Mantova resiliente, come reagire al cambiamento climatico”.

Progetto di un WebGIS per lo studio idraulico del territorio

Lo scopo del lavoro è la realizzazione di un progetto pilota per la creazione di un sistema informativo territoriale, tramite strumenti open-source, di supporto a studi e valutazioni idrauliche in particolare su territori particolarmente “fragili” (zone depresse, aree interessate da corsi d’acqua pensili ecc…).

La prima parte del lavoro ha riguardato l’esecuzione, su un’area di prova, di un rilievo aerofotogrammetrico con drone ad ala fissa e di uno batimetrico con ecoscandaglio, l’elaborazione dei dati ottenuti e la realizzazione di un progetto GIS per studiarli.

Nella seconda parte del progetto si è realizzato un WebGIS per la condivisione dei dati raccolti. La pubblicazione dei dati è stata gestita tramite il Database PostgreSQL.

la sua estensione spaziale PostGIS e, come server per la condivisione di dati spaziali, è stato utilizzato Geoserver. Il codice sorgente della pagina web, inizialmente ottenuto tramite il plugin di QGIS “QGIS2web”, è stato ampiamente modificato tramite la libreria Javascript open-source Leaflet per personalizzare il servizio con funzioni utili al particolare scopo del progetto.

Utilizzo dell’indice NDVI per la definizione di aree a gestione differenziata nel vigneto

Molte delle esperienze recenti di ricerca e sviluppo nell’ambito della viticoltura di precisione si concentrano sullo studio degli strumenti e delle procedure per effettuare con sempre maggiore efficienza la pianificazione delle pratiche agricole e la gestione sito-specifica dei vigneti. Gli APR sono tra gli strumenti più studiati, producendo immagini multispettrali ad elevata definizione con costi di esercizio sempre più competitivi.

Il presente project work descrive una metodologia per la definizione di zone a gestione differenziata, per una applicazione mirata delle pratiche vitivinicole. La differenziazione delle diverse zone è basata sull’analisi dell’indice NDVI, correlato allo stato vegetativo delle piante.

Il metodo consiste nel sovrapporre ai filari delle celle quadrate, cui si assegna il valore medio dell’indice, dopo aver selezionato esclusivamente i pixel appartenenti alle piante di vite tramite riconoscimento semi-automatico.

I risultati ottenuti sono promettenti e dimostrano l’efficacia di un metodo di semplice esecuzione, ideale ad esempio per piccole imprese di consulenza o professionisti.

Misurazione dello stato di avanzamento della ricostruzione post terremoto

La sequenza sismica di maggio-giugno 2012 ha interessato la porzione meridionale della Pianura Padana con la registrazione di due principali scosse avvenute il 20 e il 29 maggio 2012. A 6 anni dagli eventi sismici, tali territori rappresentano una occasione di studio per analizzare il processo di ricostruzione a lungo termine a seguito di un terremoto.

Il progetto coglie tale occasione utilizzando la mole di dati informatizzata e collezionata dalla Regione Emilia-Romagna in questi 6 anni al fine di elaborare indicatori dello stato di avanzamento della ricostruzione potenzialmente utilizzabili in altri contesti di ricostruzione post disastro.

Le informazioni fisiche e finanziarie relative alle azioni messe in campo al fine di pervenire al ripristino della vita e dell’attività pre sisma sono state convogliate in ambiente SQL per la gestione ed interrogazione dei dati ed in ambiente GIS per l’analisi e la visualizzazione spaziale.

Gli indicatori attinenti alla sfera sociale, economica e storica sono stati messi a punto e studiati mediante analisi spaziali in tre intervalli temporali diversi: 213, 2015 e 2018.

Applicazione di tecniche di fotogrammetria con drone per la ricostruzione 3D di un'ansa del fiume Adda (Val Pola) interessata dalla frana del 1987

In virtù del basso costo di acquisizione e di esercizio che le caratterizza, le nuove tecnologie si pongono sempre più come strumenti vantaggiosi per il rilievo di superfici non estese. L’UAV (unmanned aerial vehicle), in particolare, è un’ottima piattaforma di acquisizione di dati per la gestione delle problematiche ambientali e territoriali (Dominici et al., 2012).

Scopo di questo lavoro è la ricostruzione 3D dell’ansa del fiume Adda (Val Pola, Sondrio) allo scopo di creare, successivamente, un modello statistico predittivo per piani di manutenzione a seguito della frana del 1987 che ha interessato l’area. A tal fine sono stati acquisiti 495 scatti dell’area oggetto di studio successivamente processati con il software professionale per fotogrammetria Pix4Dmapper.

In questo modo è stato possibile creare un modello 3D navigabile, un DSM (digital surface model), un DTM (digital terrain model) e un ortomosaico. Il prodotto ottenuto si presta ad ulteriori analisi relative allo stato delle opere di bonifica del sito.

Utilizzo di dati open-source per la cartografia degli habitat nella ZPS Fiume Po - tratto vercellese alessandrino (Piemonte)

La caratterizzazione, l’identificazione e la mappatura degli habitat sono processi fondamentali per attuare efficienti politiche di conservazione della biodiversità. I siti della Rete Natura 2000 sono ambiti in cui il monitoraggio degli Habitat di interesse comunitario assume particolare rilevanza.

Si deve proprio al processo di recepimento della Direttiva 92/43/CEE “Habitat” non solo il forte impulso alla definizione di sistemi di classificazione degli habitat stessi ma anche all’evoluzione stessa del concetto di habitat nella prassi scientifica.

In questo studio si è analizzato il vasto territorio fluviale (circa 14.000 ha) individuato dalla ZPS Fiume Po – tratto vercellese alessandrino, in gran parte coincidente con i confini dell’omonimo parco. Nell’ambito della collaborazione esistente tra Ente Parco e Laboratorio di Biodiversità e Servizi Ecosistemici dell’ENEA, entrambi partner nel progetto INTERREG Central Europe Magic Landscapes, sono state analizzate diverse basi cartografiche disponibili (open source) per effettuare una efficiente mappatura degli Habitat di interesse Comunitario presenti fondamentale per la redazione del Piano di Gestione della ZPS oggetto di indagine.

Lo studio ha consentito di verificare l’efficienza dei diversi supporti cartografici per i fini prefissati, oltre ad evidenziarne le criticità

Cartografie del Basso Isonzo: progettualità e scenari di sostenibilità

Lo studio si svolge in un’area locata all’interno del Comune di Padova e conosciuta come Basso Isonzo. Essa appare come un territorio molto frammentato e privo d’identità. Nel corso dei secoli si è molto trasformato e urbanizzato, ma ancora oggi risulta essere un territorio con molte potenzialità essendo molto naturaleggiante.

Gli obiettivi che si pone questa ricerca sono orientati, mediante analisi GIS ed analisi territoriali a grande scale, a ridare un’identità ai luoghi presi in esame, definirne la tipologia di paesaggio e mostrare possibili utilizzi e fruizioni senza che il paesaggio venga radicalmente trasformato.

Partendo da un’analisi territoriale è stato possibile comprendere le caratteristiche ambientali edantropiche del luogo, permettendo di rilevare quei fattori che potevano indebolire o rafforzare tali caratteristiche. Infine è stato possibile definire quali siano le azioni utili per esaltare e migliorare il paesaggio del Basso Isonzo.

Modellizzazione della Produttività Primaria nei vigneti della Franciacorta

Negli ultimi anni è cresciuto l’interesse verso il ruolo dell’agricoltura nell’aumento della concentrazione di CO2 in atmosfera e il suo impatto sui cambiamenti climatici. In particolare, mentre in generale l’agricoltura è una sorgente di gas ad effetto serra, le colture arboree potrebbero avere un ruolo positivo nel bilancio del carbonio (C), assorbendo CO2 durante le fasi di crescita, e mantenendo il C in campo per decenni, al contrario delle colture annuali. Normalmente le tecniche per la misura di scambi gassosi tra vegetazione ed atmosfera hanno scale piuttosto limitate, dalla fogliare alla scala di campo.

L’utilizzo di modelli, in particolare se coadiuvati da dati ottenuti tramite remote sensing, permette di aumentare la scala di monitoraggio dei flussi tra i due comparti, ottenendo stime anche a livello globale. In questo Project Work sono stati stimati gli assorbimenti di carbonio nei vigneti presenti nell’area della DOCG Franciacorta. Per ottenere stime relative ad un’area estesa e per poter apprezzare la variabilità nello spazio della capacità di sequestro di carbonio, è stato utilizzato un modello basato su processi fisiologici, che incorpora un insieme di procedure per le quali sono richiesti dati meteorologici, stime della tessitura del suolo e profondità radicale, efficienza dell’utilizzo della radiazione solare e il Normalized Difference Vegetation Index (NDVI) derivato da satellite.

Il modello utilizzato in questo studio è 3-PGS, derivato dal modello 3-PG (Physiological Processes Predicting Growth), modificato per permettere l’utilizzo di osservazioni remote sensing come input. Tale modifica ha permesso di poter avere una stima quantitativa dello scambio netto di C (NEP) a scala regionale, laddove misure puntuali non possono arrivare, in assenza di una, poco realistica, fitta rete di monitoraggio di scambi gassosi.

I risultati ottenuti sono stati confrontati con valori puntuali di NEP misurati da una stazione Eddy Covariance in un sito dell’area presa in esame. Dal confronto è stato possibile apprezzare la congruità dei valori ottenuti dai due metodi, con una sottostima media da parte del modello del 30% rispetto alle misure.

Incidenti stradali con ungulati nel Friuli Venezia Giulia. Analisi del fenomeno

Questo report riguarda i risultati preliminari ottenuti durante un periodo di stage presso il Servizio Foreste e Corpo Forestale della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Il tema trattato riguarda gli incidenti stradali causati da ungulati selvatici.

Obiettivi primari sono stati la localizzazione dei tratti stradali maggiormente a rischio e la quantificazione economica degli indennizzi corrisposti dalla Regione ai cittadini coinvolti in sinistri causati da questi animali.

I risultati ottenuti, seppur parziali, dimostrano come i tratti stradali più pericolosi siano nella parte montana e collinare, ma anche in quella di pianura; a fronte di un aumento delle collisioni, si è notato un generale aumento delle domande di indennizzo e, di conseguenza, di risorse economiche destinate a tale scopo.

La funzione del GIS nell’analisi urbanistica volta alla progettazione delle “infrastrutture TLC”

Questo lavoro ha lo scopo di creare un database geografico dei principali vincoli urbanistici presenti sul territorio delle Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, al fine di per permettere ai professionisti che usufruiranno del medesimo, di effettuare “analisi GIS” volte alla progettazione e realizzazione di infrastrutture dati.

I servizi ecosistemici nell’area agricola di Chieri prima e dopo gli interventi di miglioramento ambientale

Il presente studio è stato svolto nella zona a sud di Chieri (TO), in un’area prevalentemente agricola di 99 ettari.

Esso fa parte del progetto europeo LUMAT ed ha come finalità sia valorizzare l’area, con azioni di miglioramento ambientale, attraverso un incremento dei servizi ecosistemici, sia fornire delle linee guida per calcolarne il valore in contesto agricolo.

La differenza del valore dei servizi ecosistemici, erogati dall’area, dopo e prima degli interventi, è fondamentale poiché questa cifra verrà elargita ai proprietari terrieri che acconsentiranno alle azioni programmate. Al fine di effettuare un lavoro preciso ed accurato, ogni servizio ecosistemico è stato calcolato separatamente, prima e dopo i cambiamenti previsti, con il metodo considerato più opportuno.

La somma di tutti i s.e. è risultata essere pari a 273.109 €/anno, prima, e 300.499 €/anno dopo, determinando quindi una differenza di 27.109 €/anno per l’intera area di studio, con un valore annuo di 272 €/ha.

Il contratto di Fiume del torrente Natisone

I contratti di Fiume sono un protocollo giuridico su base volontaria e partecipata per la rigenerazione ambientale di un corso d’acqua a scala di bacino idrografico.

Dalla loro nascita negli anni ‘80 sino ad oggi sono uno strumento sempre più utilizzato che attraverso una strategia bottom – up mette insieme partner privati e pubblici per siglare accordi e impegni volti ad attuare misure di difesa del territorio dai dissesti idrogeologici e la tutela integrata dell’ambiente.

Ad oggi sono numerose le regioni che hanno aderito alla Carta Nazionale dei Contratti di Fiume e su tutti i grandi fiumi italiani si sono già registrate esperienze di Contratti di Fiume.

La regione Friuli Venezia Giulia ha recepito tale strumento con l’articolo 12 della legge regionale 11/2015 ed al momento sono attivi i contratti per i bacini del fiume Natisone e del Roiello di Pradamano, alle porte di Udine.

Modellizzazione dell’evoluzione spaziale della strada petrolifera Tiputini-Ishpingo nel Parco Nazionale Yasuní mediante Least Cost Path Analysis

Il presente lavoro si inserisce all’interno del progetto di ricerca “Territori delle diversità ecologiche e culturali” (Dipartimento ICEA, Università di Padova) ed approfondisce con gli approcci e le metodologie della GIScience la tematica degli impatti socio-ambientali della produzione di energia fossile in territori ad elevata diversità biologica e culturale come gli ecosistemi tropicali amazzonici.

L’Amazzonia, inoltre, è una regione chiave nell’erogazione di servizi ecosistemici scala globale. Gli impatti ecologici diretti ed indiretti delle strade e la loro espansione sono ben documentati come il degrado dell’habitat, la frammentazione degli ecosistemi, i cambiamenti nei sistemi di drenaggio e la qualità dell’acqua. Tutte conseguenze che portano alla perdita e alla frammentazione dell’habitat.

Inoltre, lo sfruttamento delle risorse veicola, particolarmente in questi luoghi, i cambiamenti nel comportamento sociale come l’aumento della presenza umana e dei conflitti socio-ambientali. Un intero sistema di strade si sta espandendo all’interno del Parco Nazionale dello Yasuní (una delle aree più biodiverse del pianeta) testimoniato direttamente dalle osservazioni sul campo e indirettamente attraverso le immagini satellitari.

Questo caso studio simula una delle possibili espansioni stradali legata alla produzione di energia fossile all’interno del Parco Nazionale Yasuní, precisamente nella concessione petrolifera denominata “ITT”.

Utilizzando come punto di partenza il porto industriale realizzato sulla destra orografica del Rio Napo all’interno del blocco petrolifero ITT, la simulazione si è basata sull’analisi spaziale di studi di impatto ambientale, documentazione specifica di settore, ed immagini satellitari; la modellazione dello scenario di espansione della strada è stata sviluppata utilizzando i software IDRISI e QGIS.

L’asse principale della simulazione attraversa i campi petroliferi Tiputini-Tambococha-Ishpingo, con uno sviluppo di circa 40 km, partendo dal porto sul Rio Napo denominato “Napo-Muelle” fino al pozzo Ishpingo-3.

Landsat images classification and vegetation analysis in Western Amazon in a sector of the Yasuní Biosphere Reserve

L’obiettivo principale di questo progetto è quello di effettuare delle analisi quantitative e qualitative in relazione ai processi di deforestazione e di degrado forestale che hanno interessato l’area della Riserva di Biosfera del Parco Nazionale dello Yasuní negli ultimi 40 anni; le metodologie scelte per la realizzazione di questo progetto si basano su tecniche di remote sensing ad accesso libero (piattaforme satellitari Landsat).

Sono stati quindi utilizzati indici vegetazionali (MSAVI, NDVI), combinazioni di bande spettrali per analisi vegetazionali e classificazioni di tipo “non supervisionata” e “supervisionata” in ambiente GIS (QGIS, ArcGIS, ENVI).

Questo progetto ha permesso di individuare le zone maggiormente interessate dai processi di deforestazione e degrado forestale in un’area di circa 50 km di buffer a partire dai confini amministrativi del parco e di relazionarle ai processi di apertura delle vie di accesso all’interno della foresta amazzonica. Sono inoltre stati quantificati gli impatti della deforestazione sulla superficie della Riserva di Biosfera dello Yasuní (>2600 km², anno di riferimento: 2017).

Uno dei risultati secondari del progetto è stata l’individuazione e la messa in pratica di una metodologia semplice ma al contempo efficace tale da permettere l’utilizzo e la correzione delle immagini provenienti da piattaforma Landsat 7 con SLCOFF.

Messa a punto di tecniche di correzione radiometrica di immagini telerilevate da drone e remote sensing con Sentinel-2 per il monitoraggio dei green del Golf della Montecchia

I droni, anche chiamati Aeromobili a Pilotaggio Remoto (APR), permettono l’acquisizione di immagini telerilevate ad alta risoluzione. Negli ultimi anni la tecnologia APR viene ampiamente utilizzata grazie alla sua versatilità, tanto in ambito commerciale quanto in quello scientifico. Tuttavia, come accade per ogni innovazione, anche l’APR porta con sé nuove sfide da affrontare. Una di queste è la correzione radiometrica delle immagini telerilevate, che risulta particolarmente importante qualora si operasse in condizioni di illuminazione, date o sensori differenti.

Il presente studio si concentra su: A) messa a punto di tecniche di correzione radiometrica di immagini telerilevate da drone per il calcolo degli indici di vegetazione; B) monitoraggio dei green di un campo da golf tramite il sistema satellitare Sentinel-2 e dei sensori prossimali. La ricerca è stata condotta a Selvazzano Dentro (PD) presso il Golf della Montecchia prendendo in esame due green.

Dal 16 maggio 2018 fino al 10 luglio dello stesso anno è stato svolto uno studio sulla vegetazione per monitorare la composizione delle due specie erbacee, Poa trivialis e Cynodon dactylon, entrambe utilizzate nella realizzazione dei tappeti erbosi. A partire dal 24 aprile 2018 fino al 18 luglio 2018 sono state analizzate immagini del Sentinel-2 con l’elaborazione complessiva di 8 valori di NDVI.

Il confronto dei suddetti valori tra i due green ha mostrato delle differenze durante tutto il periodo di monitoraggio probabilmente dovuto alla mancanza di pixel puri all’interno di uno dei due green. Tale ipotesi è stata confermata in seguito dall’analisi dei valori medi di NDVI calcolati con il drone che al contrario delle precedenti non hanno evidenziato differenze. Il rilievo con il drone è stato svolto in data 11 giugno 2018 utilizzando il quadricottero DJI Matrice 100 con sensore multispettrale modificato Agrowing. Per la correzione radiometrica delle immagini è stato utilizzato il target della Mapir, contenente 4 pannelli a riflettanza nota, che ha permesso di correggere i fotogrammi ed ottenere informazioni non note sulle caratteristiche del sensore Agrowing. Queste informazioni ci hanno permesso di sostenere la tesi secondo la quale il sensore trasforma la radianza osservata in valori di DN in maniera esponenziale e produce nella banda3 l’informazione infrarossa corretta.

Il suddetto processo di correzione radiometrica è risultato time consuming in quanto eseguito per ciascuna banda spettrale tramite l’utilizzo dell’equazione di correzione tipica per ogni banda. Confrontando infine i vari formati delle immagini (Ortofoto, JPEG e TIFF) si è notata una differenza in valori di riflettanza. Tuttavia, non è stato possibile individuare il formato corretto, dal punto di vista radiometrico, in quanto i vari formati sono stati comparati con immagini satellitari acquisite in data differente (13 giugno 2018).

Con tale lavoro si vuole dimostrare che il calcolo dell’indice NDVI, partendo da valori di DN, fornisce valori errati e non confrontabili con altri rilievi, impedendo lo svolgimento di attività di monitoraggio. Al contrario, i valori di NDVI, calcolati con immagini di misure di riflettanza, hanno mostrato valori coerenti anche quando confrontati con l’indice NDVI del Sentinel-2.

Studio dello stress ciclabile del comune di Padova. Approccio basato su analisi GIS

L’uso della bicicletta, soprattutto per quanto concerne il pendolarismo per gli spostamenti casalavoro e casa-scuola, viene sempre più incentivato perché ritenuto un valido mezzo per aumentare il benessere psicofisico della persona e la protezione dell’ambiente.

Le città del nord Europa, Paesi Bassi, Danimarca e Germania, che da anni hanno un elevato grado di pendolarismo in bicicletta mostrano un elevata rete di percorsi dedicati ai ciclisti, ma hanno anche implementato una cultura e politica della bicicletta che hanno determinato la sua elevata diffusione molto di più di quanto possano aver fatto le infrastrutture stesse.

Recenti ricerche hanno indagato la ciclabilità delle città non solo valutando la rete dei percorsi dedicati ai ciclisti, ma prestando attenzione all’intera rete stradale percorribile in bicicletta.

Questi lavori hanno esaminato vari descrittori della rete che possono rappresentare bene il livello di sicurezza e comfort al quale è sottoposto un ciclista nel percorrere le strade. In un lavoro di ricerca il Mineta Transportation Institute (California, USA), accanto alla presenza di piste ciclabili, ha preso in considerazione lo stress subito dal ciclista per la quantità di traffico veicolare medio della strada, la presenza di parcheggio al bordo della carreggiata e la tipologia di intersezioni.

I criteri sono stati utilizzati per definire quattro livelli di stress da traffico (LTS) che suddividono la popolazione in gruppi disposti a sostenere bassi livelli di stress (LTS 1, per es. i bambini) fino a elevati livelli di stress (LTS 4, adulti coraggiosi e forti). Si può così definire la ciclabilità della città in base alla distribuzione di stress per i ciclisti.

L’obiettivo di questo project work è stato quello di riproporre per la città di Padova un’analisi simile a quella realizzata nello studio del MTI, recuperando le stesse modalità di valutazione dei criteri, ma gestendo l’intero progetto in ambiente GIS e PostGIS (mentre lo studio americano si era avvalso anche di programmi scritti appositamente in C++, nonché di un dedicato algoritmo di routing).

I criteri considerati sono stati: ampiezza della carreggiata, velocità dei veicoli, categoria della strada, presenza di percorsi dedicati ai ciclisti, presenza di parcheggi lato strada e gestione degli incroci. I dati relativi alla rete stradale sono stati reperiti nel database di OSM, percorsi ciclabili e parcheggi dal Comune di Padova e dall’azienda APS holding S.p.A.

Ecological applications of remote sensing: NDSI and Alpine ibex (Capra ibex) movement during winter

The aim of the project is the development of snow maps in the area of the Marmolada group (northeastern Italian Alps), in order to relate the presence/absence of snow and the geomorphological characteristics with the daily locations of a sample of adult Alpine ibex (Capra ibex) females. The project contemplates the use of GIS software (QGIS, ArcGIS Pro), satellite images analysis software (ENVI) and statistical software (R).

Starting from satellite images Level 1-A Landsat 8 OLI/TIRS concerning winter 2013/2014 and winter 2014/2015 the Normalized Difference Snow Index (NDSI) was applied, which exploits the spectral signature of the snowpack, characterized by its own reflectance both in the Green band in the visible spectrum and in the Short-Wave Infrared band.

The results show that during the winter months the Alpine ibex use high altitudes (average altitude: 2104 m a.s.l.), moving away from snowy peaks while continuing to use the steepest rock faces (average gradient: 115%) more difficult to access. Less than 1% of the areas used by these individuals, which travelled less than 1.5 km a day, resulted covered with snow.

L’obiettivo del progetto è l’elaborazione di mappe della neve nell’area della Marmolada, allo scopo di mettere in relazione le caratteristiche territoriali con l’uso dell’habitat da parte di un campione di femmine della popolazione di stambecchi (Capra ibex) insediata. Il progetto prevede l’uso di software GIS (QGIS, ArcGIS Pro), software di analisi di immagini satellitari (ENVI) e di analisi statistica (R). Alle immagini satellitari Landsat 8 OLI/TIRS di Livello 1-A relative agli inverni 2013/2014 e 2014/2015 è stato applicato il Normalized Difference Snow Index (NDSI), che sfrutta la firma spettrale della copertura nevosa, caratterizzata da una sua propria riflettanza nella banda verde del visibile e nella banda dell’infrarosso a onda corta. I risultati mostrano come durante i mesi invernali gli animali usino altitudini elevate (altitudine media: 2104 m s.l.m.), allontanandosi dai picchi innevati pur continuando a frequentare le pareti rocciose maggiormente scoscese (pendenza media: 115%) e di difficile accesso. Risultano essere meno dell’1% le superfici innevate incluse nelle aree usate da questo gruppo di individui, che percorrono meno di 1.5 km al giorno.

Survey and historical analysis of wetlands in the province of Padova

Wetlands are a type of ecosystem that play a fundamental role in the biodiversity, environmental protection and economy of a region, and are therefore protected by EU laws and by the Ramsar Convention, both of which aim to defend them and promote their importance.

The aim of this work was to perform a survey of both historic and present-day wetlands in the province of Padova, using historical cartography (after a necessary georeferencing process) and recent aerial orthophotos.

The overall objective was to improve our knowledge on wetlands of the Veneto Region, whose official data are incomplete. The two surveys (historical and recent) have also been compared to obtain a quantitative evaluation of how much wetland area has been lost in the province after the reclamations of the 20th century.

To further improve our understanding, the surveys have also been studied using a process of raster/cluster analysis, to probe a possible correlation between the two historical moments.

Le aree umide rappresentano un ecosistema di fondamentale importanza per la biodiversità, la sicurezza ambientale e l’economia di una regione, e pertanto sono protette sia da norme comunitarie che dalla Convenzione di Ramsar, che mirano tanto a salvaguardarle quanto a valorizzarle. Lo scopo di questo lavoro è stato quello di effettuare un censimento delle aree umide storiche e attuali della provincia di Padova, impiegando sia la cartografia storica (in seguito ad un processo di georeferenziazione della stessa) che le recenti ortofoto aeree, con il fine ultimo di migliorare la conoscenza delle aree umide della Regione Veneto, poiché i dati ufficiali in merito risultano essere piuttosto lacunosi. I due censimenti (storico e attuale) sono stati successivamente confrontati per stimare quantitativamente la perdita di areale umido nella provincia in seguito alle bonifiche del XX secolo. Ad ulteriore riprova di quanto dimostrato dal confronto tra i censimenti, gli stessi sono stati indagati anche attraverso un processo di raster/cluster analysis, per tentare di trovare un’eventuale correlazione tra i due periodi storici.

Bicycle MasterPlan: Analisi GIS e produzione cartografica per la ciclabilità di Padova

La mobilità sostenibile e l’integrazione di nuovi sistemi di analisi nel planning della Mobilità Urbana, sono tematiche di crescente interesse all’interno del quadro di sviluppo sostenibile, dove grande considerazione viene data al trasporto ciclabile.

Questo progetto si pone, come supporto tecnico-geografico alla redazione del nuovo MasterPlan della mobilità ciclistica di Padova, voluto dell’Amministrazione comunale come strumento innovativo di analisi.

Grazie all’integrazione di dati ricavati da fonti di differente tipo, tra le quali crowd-mapping, questionari, rilievi di flussi ciclistici, etc.., e mediante l’utilizzo di elaborazioni GIS e produzione cartografica, è stato possibile individuare l’evoluzione della ciclabilità all’interno del Comune e determinarne i punti deboli da integrare nel BiciPlan 2018.

Infine, con la collaborazione di attori locali, sono stati definiti percorsi ciclabili “ad alta velocità”, ovvero le direttrici di ciò che verrà denominato Bicipolitana Patavina.

TomTomGis. Creazione di un WebGIS di base per le banche dati TomTom

Lo scopo di questo stage era di progettare uno strumento informatico che potesse servire ai professionisti commerciali dell’azienda Abitat SIT per presentare dati cartografici TomTom a potenziali clienti. La soluzione scelta è stata quella di caricare i dati selezionati in un WebGIS, per poter essere visualizzati e interrogati anche in mobilità e da diversi operatori.

Per comprendere gli ambiti entro i quali questi dati cartografici operano, il lavoro è passato attraverso una fase di analisi di mercato riguardante i vari prodotti offerti da TomTom e dai principali concorrenti, al fine di selezionare quelli più potenzialmente competitivi e per cercare di individuare tipologie di clienti.

Un campione di questi dati è stato studiato per comprendere la struttura e la complessità, e in seguito è stata svolta una ricerca sulle principali tecnologie WebGIS per poter scegliere la soluzione ottimale alle esigenze dell’azienda.

Unburnable carbon in Nigeria: un’analisi multicriteriale

La Nigeria è uno dei principali paesi esportatori di petrolio e derivati, nonché il maggior produttore di petrolio nell’Africa sub-sahariana. Tuttavia, lo sfruttamento delle risorse energetiche di origine fossile ha seriamente compromesso le condizioni ambientali e sociali nei decenni passati.

I benefici economici derivanti dall’estrazione e commercializzazione delle risorse energetiche non rinnovabili presenti nel sottosuolo sono infatti ripartiti in modo estremamente ineguale e avvantaggiano solo esigue élites locali, mentre danneggiano irreparabilmente gli ecosistemi locali e lasciano invariate – quando non peggiorano – le condizioni di vita della popolazione più povera.

Questo studio impiega la tecnologia GIS per individuare quali blocchi petroliferi rappresentano una maggiore minaccia per l’ambiente e la popolazione nigeriani, tramite un’analisi multicriteriale che considera differenti dimensioni d’impatto socio-ambientale quali idrografia, aree protette, flares, oil spills, povertà e indici di sviluppo umano.

Caratterizzazione spaziale dei vigneti dei Colli Euganei

L’obiettivo del presente project work è stato quello di valutare la correlazione esistente dello stato vegetazionale dei vigneti siti nel parco dei Colli Euganei (Pd) e zone limitrofe, misurato attraverso l’indice di vegetazione NDVI (Normalized Difference Vegetation Index) con alcuni parametri ambientali quali: l’altitudine, la giacitura e l’esposizione.

I risultati hanno dimostrato che non esiste alcuna significativa correlazione tra l’indice NDVI e i tre parametri ambientali.

Dai quartieri alla scala urbana: modellizzazione e scale-up della mappatura del consumo di suolo a Padova mediante l’uso dell’indice Biotope Area Factor

Il suolo è alla base dei processi di urbanizzazione, e quantificare e limitare il consumo di suolo significa dotarsi di una risorsa strategica per la gestione sostenibile del territorio, al fine soprattutto di salvaguardare i servizi ecosistemici che sono erogati attraverso di esso.
Pertanto tale lavoro offre un notevole contributo nell’effettuare un analisi di dettaglio del consumo attraverso l’uso dell’indice ambientale urbano “Biotope Area Factor” (BAF), utilizzato per la prima volta dalla municipalità di Berlino nel 1994, al fine di misurare la permeabilità complessiva delle aree in esame e di incrementare le superfici permeabili all’interno della città.
Il lavoro si è posto l’obiettivo di stimare il consumo di suolo attraverso l’uso di tale indicatore in ambiente GIS, dapprima sul quartiere del Basso Isonzo (PD) ed in seguito sull’intero territorio comunale della città di Padova.

Where to leave unburnable carbon? Multi criteria GIS analysis and impacts of oil and gas operations on biological and cultural diversity in Mexico

Climate change mitigation is one of the biggest challenges that has been affecting society for years. One of the solutions proposed to contain global temperature increase below 2 °C compared to preindustrial levels look at the reduction of greenhouse gas emissions caused by hydrocarbon extraction activities.

Within this context the Yasunization of Earth project is born, which aims at the ambitious goal of defining in which areas it would be better to keep hydrocarbons underground, through GIS and multi criteria analyses with consequent cartographic production of obtained results.

This project work is aimed at achieving these objectives taking into consideration the Mexican territory as a study area. Through an initial analysis, overlaps between onshore hydrocarbon cadaster and oil infrastructures with areas of high biological and cultural diversity of Mexico were highlighted.

Secondly, various environmental, social and economic criteria have been selected to establish, through a multi criteria analysis, in which areas it would be better to interrupt or not to start operations of hydrocarbons extraction. In particular, two experimental types of weight assignment were applied to selected criteria, an ordinal method and a method maintaining equal weights.

The result of these analyzes has led to the identification of certain areas that have a greater impact on the environment.

Padova e climate change: elaborazione di un atlante delle superfici verdi e di indici per la valutazione del rischio in ambiente GIS

Il progetto europeo LIFE Veneto Adapt ha lo scopo di sviluppare e testare, a livello regionale, un approccio coerente per migliorare le risposte delle città del Veneto centrale ai cambiamenti climatici con un focus sui rischi idrogeologici e sulle isole di calore.

In particolare, in questa fase di progetto, è stato analizzato il territorio del Comune di Padova in ambito urbano al fine di creare un inventario delle vulnerabilità relative al climate change con un approfondimento sulle ondate di calore ottenendo un database che, insieme ai dati socio-economici e demografici dell’ultimo censimento Istat, completa il quadro analitico sui rischi per ogni sezione censuaria del Comune.

Grazie a questo lavoro, sviluppato tramite l’utilizzo di dati satellitari e prodotti da tecniche di telerilevamento, sarà possibile ipotizzare nelle successive fasi del progetto, delle linee guida e delle misure di adattamento ai rischi del territorio padovano relativamente ai fenomeni studiati.

Modellazione 3d della frana di Sinigo con la tecnica fotogrammetrica da drone

Questo lavoro ha lo scopo di creare un modello 3d georeferenziato della frana di Sinigo in modo tale da poter effettuare “analisi GIS”. I rilievi sono stati fatti con un drone DJI Phantom 4, sono state scattate più di 200 foto fotografie da varie angolazioni e posizioni, su un reticolato predefinito prima della missione.

Queste immagini sono state processate mediante l’utilizzo del software Pix4d. Dal modello digitale ottenuto sono state estratte curve di livello, carta delle pendenze, hillshade e esposizioni. Per il calcolo dei volumi è stato utilizzato anche il modello digitale del terreno scaricato dal portale della Provincia Autonoma di Bolzano con pixel 0,5 m realizzato antecedente la frana, che stato poi ridotto a 0,25 in GRASS.

La riduzione è stata eseguita per essere eguagliato a quello prodotto dalla fotogrammetria in modo tale da effettuare semplicemente la differenza tra i due modelli per ottenere i volumi (Raster calculator).

Pre-processing della variabilità di indice NDVI di un vigneto, ottenuto da rilievo aerofotogrammetrico multispettrale

Il presente lavoro realizzato durante lo stage formativo svolto presso Microgeo Srl previsto dal master GIScience e Sistemi a Pilotaggio Remoto per la gestione integrata del territorio e delle risorse naturali è volto alla creazione di un modello operativo capace di fornire supporto ad aziende che vogliono applicare l’agricoltura di precisione attraverso mappe di vigoria e mappe di prescrizione.

Allo stesso tempo si è cercato di fornire risultati numerici attraverso indagini statistiche di base. Le operazioni di rilievo in campo si sono svolte in una parte dei vigneti dell’azienda agricola Castello di Albola, situata nei pressi di Radda in Chianti, un territorio fortemente dedito alla produzione vitivinicola in particolare quella del famoso “Chianti Classico”.

Lo studio è stato possibile grazie alla messa a disposizione da parte della ditta Microgeo Srl di strumenti professionali quali sensori, droni e software, che sono state valutati tra molteplici combinazioni di modelli e versioni presenti sul mercato al fine di determinarne una specificità per lavoro richiesto.

Di fronte a questa possibilità e necessità si è proceduto ad un periodo iniziale in cui sono state testate le varie combinazioni reperibili di sensori e software elaborando precedenti dataset per capire quale tra quelli messi alla prova era in grado di soddisfare le nostre esigenze di output valutandone risoluzione, definizione, contrasto.

Gli output ottenuti dall’elaborazione dei dataset sono stati poi confrontati su software Qgis attraverso parametri di statistica di base applicate su zone contenenti la vegetazione.

Carta topografica escursionistica dell’Altopiano dei 7 Comuni

Questo elaborato ha l’obiettivo di descrivere come viene creata una carta escursionistica topografica di precisione secondo gli standard del marchio 4Land di Trento realizzata da Nature Dynamics, sede del mio stage formativo.

In primo luogo, dopo aver concordato con l’azienda l’area di interesse, si procede ricercando nei geoportali interessati: Provincia Autonoma di Trento e Regione Veneto, i dati relativi a: modello digitale del terreno, idrografia, toponimi, CTR, punti quotati ecc., che vengono ritagliati secondo l’area di interesse e stilizzati a piacere.

In seconda fase si svolgono le giornate di mappatura sul territorio, ossia muniti di GPS professionali e, anche, applicazioni per smartphone specifiche per il rilievo di sentieri, si percorrono i sentieri, le mulattiere rilevando le tracce GPX e i punti di interesse, con relative note e descrizioni.

Dopo aver elaborato i dati rilevati e quelli scaricati dai geoportali in ambiente di Arcmap e averne definito sistema di riferimento con il WGS84 UTM 32N (EPSG 32632), si esportano in Adobe Illustrator dove si procede a definire stili e colori di ciascun dato. Infine, inserendo la legenda e la scala è possibile ottenere il prodotto cartografico desiderato.

Ripresa fotogrammetrica con SAPR e bilancio di massa delle Vedrette di Scais e del Trobio Occidentale (Alpi Orobie)

Il presente lavoro ha avuto come obiettivo generale l’analisi delle condizioni di due dei più significativi apparati glaciali delle Alpi Orobie, la Vedretta del Trobio e la Vedretta di Scais. La base principale su cui poggiano le considerazioni effettuate consiste nella ricostruzione di un modello tridimensionale e bidimensionale, sotto forma di ortofoto acquisite durante i rilievi del 14/07/2018 (Vedretta del Trobio Occidentale) e del 29/07/2018 (Vedretta di Scais), dei due apparati, oltre che ad una ricerca di eventuali immagini e dati relative a rilievi passati. Le fasi affrontate nello sviluppo del lavoro sono state l’acquisizione dei dati necessari, la successiva elaborazione di essi e, al termine, la valutazione del risultato al fine di trarre le dovute conclusioni.

Si è inizialmente provveduto alla scelta delle modalità di acquisizione dei dati che, sostanzialmente, consistono nell’ottenimento di immagini fotogrammetriche delle aree in oggetto. In virtù dell’accessibilità e dell’estensione dei siti si è optato per una serie di sorvoli fotogrammetrici con SAPR. L’obiettivo delle riprese è la ricostruzione di un modello tridimensionale e delle ortofoto di entrambe le vedrette.

La fase di georeferenziazione dei siti è avvenuta tramite strumentazione Trimble, tra cui: l’unità di controllo TX Mobile (Juno), SPS Rover 985L, la stazione fissa GNSS SPS 855 associata all’antenna Zephyr Geodetic Model 2. La successiva fase di elaborazione delle immagini è avvenuta tramite il software di fotogrammetria Agisoft Photoscan, con cui sono stati ricostruite le nuvole sparse e dense dei punti, le mesh, i Digital Terrain Model (DTM), mosaici delle ortofoto e superfici tridimensionali continue (Texture Model).

In seguito si è constatata l’accuratezza del risultato in termini di risoluzione e qualità dell’immagine. A partire dai modelli ricostruiti e georeferenziati si è provveduto ad una individuazione delle forme glaciali e periglaciali che interessano i siti. In questa fase si è ricorso all’inserimento in ambiente GIS delle ortofoto ottenute. Si è ricorso sia a software Open Source, come QGis, sia a software a pagamento, come ArcGIS Pro. Una volta inserite le immagini nel software, si è provveduto al riconoscimento visivo delle forme principali ed alla loro categorizzazione in appositi shapefile poligonali costruiti manualmente. In questo modo è stato possibile valutare, nell’ambito della singola formazione glaciale, l’ubicazione e l’estensione delle superfici ghiacciate, nevose, rocciose di scarpata e di morena.

Per poter effettuare un confronto fra le condizioni attuali e quelle meno recenti, sono stati ricercati dati e immagini relativi al passato di queste due formazioni. Le principali fonti sono state le foto aeree di Regione Lombardia relative agli anni 1954, 1975, 1998, 2003, 2007, 2012 e 2015, oltre ad immagini di repertorio ritrovate tramite bibliografia online e presso il Rifugio Baroni al Brunone a Valbondione (BG).

Da una disamina di quanto ottenuto ed analizzato si deduce l’evidente fenomeno di ritiro delle Vedrette di Scais e del Trobio. Va da sé che le condizioni in cui versano queste due formazioni sono ragionevolmente rappresentative delle condizioni di salute precarie di tutti gli apparati glaciali che si trovano nelle Orobie, fra i quali, oltre a quelli già citati, figurano la Vedretta del Lupo, la Vedretta del Marovin e la Vedretta di Porola.