Le isole di calore durante i periodi di caldo estremo creano enormi disagi alla popolazione in termini di salute e di benessere, e i futuri scenari delle nazioni unite prevedono un aumento in intensità, frequenza e durata di questi fenomeni a causa del cambiamento climatico. La ricerca si focalizza sull’individuazione delle isole di calore a Padova durante le ondate di calore, tramite l’utilizzo di software GIS e di analisi statistica open source per il trattamento delle immagini satellitari termiche di Landsat 8, al fine di indagare le configurazioni spaziali della temperatura superficiale del terreno. Grazie ai valori di temperatura registrati dalla stazione meteorologica di Legnaro è stato possibile svolgere un’analisi meteo-climatica e di trend delle temperature e dei valori estremi. Infine si propone lo studio degli elementi urbanistici che più influenzano il fenomeno delle isole di calore in città, e l’identificazione dei quartieri più esposti e più vulnerabili sotto il profilo demografico.
Il presente lavoro, inserito in un ampio contesto partecipativo che coinvolge il bacino del fiume Po, si occupa dello studio delle alluvioni individuando le zone interessate dall’accumulo idrico superficiale al fine di ottenere un’analisi della valutazione del rischio. L’area di studio è quella della bassa pianura parmigiana con attenzione al fiume Taro e torrente Parma. L’obiettivo è quello di gestire e controllare la piena attraverso sistemi di aperture di paratie lungo l’argine che permettono la fuoriuscita di volumi idrici noti, limitando costi ed invasività di grandi opere, e prevedendo risarcimenti per i proprietari dei terreni e colture coinvolti. Lo studio si è occupato dell’intero procedimento dal rilevamento, con drone eBee e camera Canon IXUS 127 da 16 Mpx, all’analisi dei dati e proposta di una soluzione esemplificativa nel comune di Colorno (PR), grazie alla potenzialità di software quali QGIS, Pix4D, Global Mapper, Microstation Connect Edition, TerraSolid Tools e al modulo r.lake presente in GRASS, studiato e approfondito appositamente per questo lavoro.
L’elaborato finale del project work svolto durante il Master in Giscience e sistemi a pilotaggio remoto per la gestione integrata del territorio e delle risorse naturali riguarda la creazione di un modello GIS della rete elettrica dell’isola di Pantelleria (TP).
Pantelleria è un’isola autosufficiente da un punto di vista energetico grazie a una centrale termoelettrica e a un ramificato sistema di linee elettriche che attraversano capillarmente quasi l’intero territorio.
La realizzazione del modello GIS dell’intera rete è richiesta dall’azienda di fornitura elettrica sia per motivazioni di ordine normativo che per esigenze logistico-operative. Gli strumenti che il GIS mette oggi a disposizione riescono a soddisfare pienamente tutte queste esigenze. Grazie a essi è possibile infatti raggiungere una visione completa e una conoscenza dettagliata dell’infrastruttura di rete, presupposti per esercitare su di essa il controllo costante e la pianificazione degli interventi di implementazione di elementi nuovi o dismissione di elementi obsoleti.
La ricaduta dei benefici dell’utilizzo dello strumento GIS è tuttavia legata alla condizione di un continuo e sistematico lavoro di manutenzione finalizzato all’aggiornamento dei dati senza il quale il pur prezioso fermo immagine dell’infrastruttura, appena realizzato, rischia di perdere con il tempo la sua straordinaria potenza e utilità.
Nel contesto della mappatura e del monitoraggio dell’ambiente urbano, si è sviluppata una metodologia costituita da processi automatici (e semi-automatici) per l’estrazione della percentuale di area urbanizzata (urban footprint). Tramite analisi multitemporali e l’utilizzo di algoritmi di classificazione supervisionata e non supervisionata, si sono analizzati i dati telerilevati provenienti dalle missioni Sentinel-1 e 2, relativi a vaste aree campione all’interno della Regione del Veneto. I risultati ottenuti sono stati poi confrontati con i dati della Carta di Copertura del Suolo (CCS), evidenziando accuratezze molto maggiori per il Sentinel-1 (scarti massimi dell’1-3% rispetto alla CCS, in termini di percentuale di area urbana), rispetto al Sentinel-2. Oltre a fornire un supporto utile e concreto per la pianificazione territoriale, questi risultati suggeriscono la possibilità di individuare indicatori geografici per supportare gli obiettivi di Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.
La gestione delle erbe infestanti (o malerbe) è un problema significativo nelle produzioni agricole.
Gli agricoltori attuano da sempre sistemi differenti di difesa dalle infestanti, in particolare adottando mezzi chimici (erbicidi). Lo sviluppo di problematiche ambientali ed agronomiche legate all’uso consistente degli erbicidi ha determinato una continua ricerca verso metodi che consentano di gestire le malerbe ottimizzando l’utilizzo del diserbo in agricoltura. Un contributo significativo in questo senso può arrivare dall’agricoltura di precisione. Grazie infatti alla possibilità di utilizzare dati acquisiti da drone e/o satellite, elaborati in opportuni software GIS per l’individuazione delle infestanti ed ottenere mappe finali di prescrizione, è possibile trattare un seminativo solo dove ci sono le malerbe o, meglio, solo dove queste superano una certa soglia, con conseguente riduzione nelle quantità (e nei costi) dei diserbanti utilizzati.
L’obiettivo di questo studio è l’identificazione della presenza di aree infestate in un campo seminato, mediante l’utilizzo di rilievi aerei con sensori appositi montati su drone, l’impiego delle immagini acquisite dal volo e la loro elaborazione in software GIS, al fine del calcolo dell’indice di vegetazione NDVI (Normalized Difference Vegetation Index). Viene elaborata una successiva classificazione supervisionata per una più accurata identificazione delle aree d’infestazione. È stato infine effettuato un confronto tra NDVI calcolato da immagini acquisite da drone e NDVI ottenuto da immagini Sentinel-2 per l’area di studio.
Le attività di rilievo di punti quotati con GPS e aerofotogrammetrico con drone ad ala fissa, eseguite presso un’area del Comune di Este (PD) gestita dal consorzio di bonifica e privati, sono state necessarie per la realizzazione del Digital Terrain Model (DTM).
Il contributo del sottoscritto a questo lavoro è stato quello di realizzare uno studio geochimico dei suoli (sostanza organica) e delle acque (macronutienti dilavati) all’interno dell’area definita dal DTM e di realizzarne mappe tematiche delle concentrazioni utilizzando i metodi di interpolazione presenti in QGIS. Tale lavoro è stato ideato prendendo ispirazione dai punti 2, 3 e 4 presenti nelle finalità del Progetto AGRIWATER (http://www.comune.este.pd.it/index.php/progettoagriwater/179-progetto-agriwater), a cui ha aderito il Comune di Este.
Seguendo il lavoro di Sottovia (2018), si è realizzato un WebGIS. I dati sono stati pubblicati su Database PostgreSQL, utilizzando la sua estensione spaziale PostGIS, mentre come server per la condivisione dei dati spaziali è stato utilizzato Geoserver. La pagina web è stata realizzata su codice html usufruendo della libreria Javascript Leaflet.
Durante le attività di tirocinio è stato ripreso un metodo innovativo di restituzione tridimensionale termografica capace di interfacciarsi con i recenti programmi di progettazione.
Sulle basi della tecnica Structure-from-Motion, la fusione di immagini termiche terrestri e nuvole di punti digitali viene combinata al fine di rendere una mappatura della texture termica per gli involucri degli edifici.
Il tipo di analisi impiegato è stato qualitativo, fornendo un quadro non assoluto ma relativo del comportamento termoigrometrico.
Attraverso una ampia letteratura, sono stati inoltre elencati i disturbi relativi al visual-sensing nonché le limitatezze intrinseche dei due tipi di camere, RGB e IRT, evidenziando la difficoltà iniziale di raggiungimento della accuratezza geometrica attraverso la calibrazione della camera al fine di evitare allineamenti non idonei dovute in parte alla impossibilità di georeferenziazione dei due datasets.
I nuovi sistemi di acquisizione immagini nel campo dell’infrarosso termico possono avere interessanti applicazioni nell’ambito del monitoraggio delle discariche. L’utilità della tecnica termografica, in questo contesto, deriva dal fatto che la degradazione dei rifiuti genera calore che può trasmettersi in diversa misura attraverso la copertura. Le riprese radiometriche nell’infrarosso (IR) consentono di evidenziare rapidamente e con precisione la presenza di anomalie termiche sulla superficie della discarica segnalando le aree che potenzialmente potrebbero essere caratterizzate da elevate emissioni di biogas.
Il lavoro presentato è frutto della personale esperienza di tirocinio effettuata presso l’azienda Aerodron srl. E’ un lavoro che si inserisce all’interno di un progetto più ampio, sviluppato dalla start-up stessa, chiamato “AsbestosFree”. Esso parte dall’iniziativa che nel 1992 ha avuto la Regione Emilia Romagna decretando il divieto di produzione di amianto e consigliandone lo smaltimento. AsbestosFree, quindi, è un progetto di mappatura dell’amianto, attraverso la produzione di immagini ad elevata qualità (effettuate da droni): questo è il suo principale punto di forza in quanto la qualità dell’informazione stessa può essere implementata da un sistema applicativo realizzato da Aerodron stesso. L’applicativo non è altro che un plug-in di Qgis in cui è possibile determinare la localizzazione di coperture in amianto, anche quelle di ridotte dimensioni. L’obiettivo di questo lavoro è quello di presentare il funzionamento dell’algoritmo sia attraverso la spiegazione dell’architettura che c’è alla base dello stesso, e sia attraverso l’esempio effettuato su uno dei comuni analizzati in fase di tirocinio, ovvero Castelnovo Monti.
Il Project Work proposto consiste nella realizzazione di un prototipo di un sistema per riunire informazioni provenienti da una campagna di raccolta dati un unico database, utilizzando diversi strumenti opensource/proprietari e restituire graficamente le informazioni elaborate, offrendo un facile accesso ai vari utenti attraverso un’interfaccia Web.
Nel project work sono state raccolte ed analizzate le conoscenze degli utenti riguardo al clima ed ai cambiamenti climatici tramite un questionario di quattro domande a risposta multipla. Le informazioni così raccolte sono state elaborate in QGIS e rese disponibili in rete tramite un WebGIS personalizzato basato su Geoserver, PostGIS e Leaflet.
La gestione delle infestanti ha un ruolo cruciale sia in termini di produzione agricola che di impatti ambientali su suolo ed acquee.
La diffusione di SPR ed altre tecniche di telerilevamento, insieme alle tecniche di machine learning, ha reso l’identificazione e lo studio delle infestanti più accessibile ed efficace. Tuttavia, l’ampia scelta di droni, sensori e software ha esteso la varietà di metodologie utilizzabili per il rilevamento delle malerbe.
Lo scopo di questo lavoro è quello di estrarre automaticamente le aree infestate da immagini ottenute con SPR e di generare mappe di prescrizione, confrontando tra loro diversi metodi per l’identificazione delle infestanti e valutandone l’accuratezza. Per fare ciò, sono stati presi in considerazione due casi: un rilievo da drone con camera multispettrale su un campo in cui erano presenti solo infestanti e un rilievo da drone con camera RGB su un campo coltivato ed in presenza di infestanti.
Infine, le mappe di prescrizione sono state generate imponendo diverse soglie al grado di infestazione: i risultati così ottenuti sono stati confrontati al fine di evidenziare possibili discrepanze negli output finali.
Il lavoro è stato sviluppato nell’ambito di un progetto di collaborazione internazionale volto a definire un modello di gestione integrata delle zone umide e costiere nell’area del Golfo di Oristano e della Penisola del Sinis, nella parte centro-occidentale della Sardegna.
Attraverso l’utilizzo di software liberi ed open source si è voluto costruire uno strumento, basato sul web, in grado di supportare la raccolta, l’organizzazione e la condivisione delle informazioni legate ai 6 “siti Ramsar” presenti, zone umide di importanza internazionale (Convenzione di Ramsar,
1971). Per fare questo, è stato necessario considerarne l’applicazione all’intera fascia costiera in cui i siti ricadono. Per realizzare tale obiettivo è stato scelto di utilizzare GeoNode, un sistema di Gestione dei Contenuti (CSM), personalizzato nella sua parte di visualizzazione, per garantire l’accesso alle informazioni e fornire all’utente uno strumento interattivo in grado di semplificare l’esplorazione, l’elaborazione e la condivisione dei dati geospaziali e delle mappe.
Scopo dello studio è quello di definire una metodologia in ambiente GIS per valutare l’impatto degli schianti da vento dello scorso Ottobre in termini di suscettibilità alla vulnerabilità di infrastrutture, opere civili, e reticolo idrografico, attraverso un analisi multi-criteriale. L’area di studio è rappresentata dal bacino idrografico dell’Alto Cordevole.
Nello studio si procede dapprima all’individuazione delle aree boschive danneggiate tramite acquisizione ed elaborazione di immagini satellitari dell’area di interesse. Successivamente si procede in ambiente GIS all’analisi dei principali indicatori geomorfologici e degli strati informativi di interesse definiti come criteri utilizzati per lo studio. Infine, tramite l’approccio dell’analisi multicriteriale si perviene alla determinazione di un output grafico rappresentativo dell’indice di suscettibilità alla vulnerabilità per l’area oggetto di studio.
La Legge Regionale n. 11 del 23 aprile 2004 ha istituito per i comuni veneti l’obbligo, al momento della realizzazione di un nuovo strumento pianificatorio (P.A.T. o P.I.), della contestuale realizzazione del Quadro Conoscitivo (Q.C.). Uno dei contenuti principali del Q.C. è l’aggiornamento della base cartografica. Al giorno d’oggi la situazione della base cartografica in Veneto è ibrida, parte del territorio è coperto da database geotopografici e parte solo dalla vecchia CTRN; situazione complicata dal fatto che non tutti i comuni del Veneto hanno completato la redazione di uno strumento urbanistico ai sensi della L.R. 11/2004.
Lo scopo del lavoro è la realizzazione di uno layer unico, a copertura regionale, degli edifici in modo da avere un dato generale, aggiornato e facilmente aggiornabile negli anni a venire.
Nel concreto è stata poi definita una mappatura dei campi dei vari DBGT, operazione complicata a causa delle diverse specifiche di riferimento con cui sono stati fatti i diversi DBGT. Per le porzioni non coperte da nuovi DBGT si è ricorso alla CTRN, andando ad inserire gli aggiornamenti inviati dai singoli comuni. Il layer ottenuto sarà strutturato secondo una specifica di definizione degli attributi “di sintesi”.
Le tecnologie di informazione e comunicazione geografica (Geo-ICT) sono nate con la crescita internazionale dei servizi geo-digitali. Global Geospatial Industry Outlook 2018 ha introdotto il Geospatial Readiness Index (GRI) per misurare la propensione di una nazione a sfruttare le opportunità offerte dalle tecnologie geospaziali. L’Italia mostra alcuni aspetti negativi legati alla mancanza di competenze geo digitali e training formativo. Attraverso il progetto MYGEO, sono stati raccolti feedback sull’uso e la formazione dei Sistemi Informativi Geografici (GIS) in Italia, in ambiente universitario (studenti e professori) e nel settore aziendale, al fine di identificare le lacune che dovrebbero essere colmate nell’insegnamento universitario e di individuare le competenze GIS richieste dalle aziende. Con lo scopo di promuovere esperienze di mobilità internazionale, è stato svolto uno stage in un’azienda belga, in cui è stata messa in evidenza la potenzialità degli strumenti GIS attraverso la realizzazione di un database connesso a un modello 3D di una smart city per ottenere un digital twin.
Il presente lavoro si occupa dell’analisi del rischio rappresentato dalle coperture in amianto, inserendosi nel più ampio progetto “Asbestos Free” sviluppato da Aerodron S.r.l. all’interno delle numerose normative nazionali e regionali che dal 1992 vietano produzione, lavorazione e vendita di tale materiale, consigliandone lo smaltimento e la rimozione. Il metodo di lavoro di Aerodron si basa sulla qualità dell’informazione che solo immagini ad alta risoluzione realizzate da un drone possono dare. Tali immagini vengono successivamente processate tramite un Random Forest Algorithm, migliorato e potenziato ad ogni nuovo volo grazie ad un plug-in specifico sviluppato per Qgis. La classificazione delle immagini prodotta dall’algoritmo ha la capacità di rendere visibili all’operatore le coperture in amianto localizzate anche in contesti più nascosti. Nello specifico, durante il tirocinio svolto all’interno dell’azienda sono stati presi in considerazione i comuni della comunità montana dell’appennino reggiano. Tra questi, Carpineti è risultato il comune in cui l’algoritmo ha lavorato meglio e per questo è stato scelto come particolare caso da analizzare nell’elaborato finale. Questo si comporrà di una parte introduttiva, di una teorica e di una di analisi, concludendosi con la presentazione dei dati finali e della cartografia del rischio basata sui diversi indici di pericolosità dell’amianto dipendenti, a loro volta, dal contesto in cui ogni copertura si trova.
L’obiettivo del Progetto è stato quello di realizzare una Carta topografica escursionistica informatizzata dell’area del Parco Regionale dei Castelli Romani (RM).
Il tema principale è l’individuazione dei Sentieri CAI (Club Alpino Italiano), rete di percorsi naturalistici e storico-archeologici che attraversa il Parco, al fine di renderlo fruibile, tutelandone al contempo la conservazione e la biodiversità.
La costruzione della Carta del Parco è stata effettuata in tre fasi:
1. In primis sono stati definiti gli obiettivi dello stage insieme alla Cartago s.r.l. (società presso la quale è stato svolto lo stage). È stato reperito il materiale, in formato raster e vettoriale, riguardante il territorio della Regione Lazio e il Parco dei Castelli Romani.
2. La seconda fase è consistita nella individuazione e nella digitalizzazione dei Sentieri CAI, attraverso sopralluoghi e fotointerpretazione.
3. Nella terza fase è stato costruito il Progetto in QGIS, sul quale sono stati elaborati geoprocessi raster e vettoriali.
Il Progetto si è concluso con la realizzazione di una Carta informatizzata sulla quale è possibile effettuare diverse analisi dei caratteri geomorfologici, naturalistici e storico-archeologici del Parco e dei Sentieri CAI.
La pianificazione forestale si basa sull’analisi di alcune caratteristiche stazionali e vegetazionali. Alcune di queste caratteristiche sono state ricercate attraverso l’analisi della nuvola di punti da dati LiDAR: la pendenza media e l’esposizione prevalente per la morfologia; la copertura arborea, la composizione prevalente, la distribuzione verticale, gli stadi cronologici e i valori dendrometrici dei singoli alberi per le caratteristiche vegetazionali. Nonostante tale analisi non consenta l’ottenimento di tutti i parametri forestali, essa permette uno studio su aree molto ampie non analizzabili con i precedenti metodi di rilievo.
Le tecnologie di informazione e comunicazione geografica (Geo-ICT) sono nate con la crescita internazionale dei servizi geo-digitali. Global Geospatial Industry Outlook 2018 ha introdotto il Geospatial Readiness Index (GRI) per misurare la propensione di una nazione a sfruttare le opportunità offerte dalle tecnologie geospaziali. L’Italia mostra alcuni aspetti negativi legati alla mancanza di competenze geo digitali e training formativo. Attraverso il progetto MYGEO, sono stati raccolti feedback sull’uso e la formazione dei Sistemi Informativi Geografici (GIS) in Italia, in ambiente universitario (studenti e professori) e nel settore aziendale, al fine di identificare le lacune che dovrebbero essere colmate nell’insegnamento universitario e di individuare le competenze GIS richieste dalle aziende. Con lo scopo di promuovere esperienze di mobilità internazionale, è stato svolto uno stage in un’azienda belga, in cui è stata messa in evidenza la potenzialità degli strumenti GIS attraverso la realizzazione di un database connesso a un modello 3D di una smart city per ottenere un digital twin.
I servizi ecosistemici (SE) rappresentano, secondo il Millennium Ecosystem Assesment (MA) “i servizi multipli forniti dagli ecosistemi al genere umano”, (Millennium Ecosystem Assessment, 2005). Il sequestro e lo stoccaggio di carbonio costituiscono un servizio di regolazione assicurato dai diversi ecosistemi terrestri e marini grazie alla loro capacità di fissare gas serra (Hutyra et al., 2011). Questo servizio contribuisce alla regolazione del clima a livello globale. Tale lavoro presenta lo studio della variazione dell’uso del suolo nella città di Padova dal 1955 al 2018, e ne quantifica la variazione dello stoccaggio di carbonio. L’area di studio ricade nel comune di Padova, più precisamente entro il perimetro di 150 m dall’argine del canale Piovego, analizzando così l’ecotipo urbano influenzato dal sistema di vecchie mura della città e dal sistema idrografico. Al fine di ottenere la variazione di copertura del suolo sono state mappate le diverse coperture di uso del suolo sul profilo delle foto aeree del 1955 e dell’ortofoto del 2018, secondo otto classi di riferimento. A ognuna delle classi è stato attribuito un valore relativo allo stoccaggio di carbonio relativo a: biomassa epigea, biomassa ipogea, carbonio del suolo e carbonio della lettiera. Il confronto tra i valori di stoccaggio di carbonio 1955-2018 è stato effettuato tramite il software open source InVest: ed in particolare il modello “Carbon Storage and Sequestration” che fornisce mappe della quantità di carbonio immagazzinato dagli ecosistemi terrestri. L’analisi condotta evidenzia che nel 1955 lo stock di carbonio immagazzinato nell’area di studio era di 7890,03 Mg, mentre nel 2018 il valore è
leggermente diminuito, con una variazione in negativo per il 2018 di -1544,07 Mg.
In questo elaborato si analizza una procedura metodologica, in ambiente GIS, per poter ricavare una banca dati della copertura del suolo nell’anno 1954 (anno del ‘Volo GAI’) ottimizzando i tempi di esecuzione.
L’area oggetto di interesse si trova in Provincia di Belluno nel Veneto e comprende, del tutto o in parte, i seguenti Comuni: San Gregorio nelle Alpi, Sospirolo, Sedico, Belluno, Ponte nelle Alpi, Limana, Trichiana, Mel, Lentiai, Feltre, Cesiomaggiore, Santa Giustina.
Il ‘Volo GAI’, eseguito dal consorzio ‘Gruppo Aereo Italiano’ nel 1954-55, è la prima ripresa stereoscopica dell’intero territorio italiano. Le immagini del volo GAI, in bianco e nero già ortorettificate e georeferenziate, sono state utilizzate come dati di input all’interno del software QGis. Successivamente, attraverso un’analisi sulle differenze tonali nella scala di grigi presenti nell’immagine, è stata fatta una classificazione dell’uso del suolo. La classificazione adottata è strutturata su un solo livello, facendo riferimento alle classi della Legenda Corine Land Cover.
L’output cartografico finale, che rappresenta la copertura del suolo del 1954, è stato inoltre confrontato con la Carta di Copertura del Suolo nelle più recenti produzioni (2007, 2012 e 2015) al fine di individuare le transizioni tra le diverse categorie d’uso (classi).
Tali dinamiche territoriali, soprattutto la crescita delle aree urbane e relative infrastrutture, determinano modificazioni microclimatiche. L’identificazione di questi cambiamenti e il loro monitoraggio, sono fondamentali al fine di individuare degli indicatori utili al raggiungimento degli obiettivi stabiliti dall’ONU nell’Agenda 2030 (in particolare gli SDGs 11, 13 e 15).
In questo studio è stata effettuata un’analisi quantitativa della risposta geomorfologica del Torrente Cordevole agli eventi meteorologici causati dalla depressione estrema Vaia che ha colpito l’Italia a fine ottobre 2018. A tal fine sono state utilizzate delle ortofoto acquisite nel 2015 e un’immagine satellitare SPOT acquisita nel 2018 poco dopo l’evento.
L’immagine SPOT è stata georeferenziata con un errore di 9,7 m. La porzione terminale del Torrente Cordevole è stata quindi suddivisa in tratti dalle caratteristiche morfologiche e di confinamento omogenee, quindi i suoi elementi principali (alveo, isole, piana alluvionale) sono stati digitalizzati e analizzati statisticamente con applicativi GIS, indipendentemente e in relazione tra loro.
Ciascun tratto è stato classificato per confinamento (8 semi-confinati e 4 non confinati), morfologia (8 tratti sinuosi, 3 wandering e uno sinuoso a barre alternate) e presenza di tributari. La variazione dei parametri analizzati ha mostrato un generale aumento dell’ampiezza dell’alveo, della sua area (+1 km2) e una riduzione del numero di isole (-1.6 km2). La maggior parte delle isole è stata erosa, tranne nel tratto 4 e 11 dove l’erosione della piana ne ha create di nuove. Il tratto 7 ha subito le alterazioni minori e l’undicesimo le maggiori.
In generale gli effetti dell’evento Vaia si sono rivelati chiari e diffusi lungo tutta l’area considerata.
L’avvento dei Sistemi aerei a pilotaggio remoto, comunemente chiamati droni ha portato ad una grande innovazione in molti campi, uno di questo è quello delle ispezioni dei tralicci dell’alta tensione. Prima infatti fare le ispezioni era difficile e molto costoso, comportano spesso l’interruzione del servizio per permettere ai tecnici il raggiungimento degli apparati. Oggi realizzare queste operazioni è molto più facile e permette di ottenere una maggior quantità di dati. In questo lavoro si è cercato di stabilire un canone di come queste operazioni vadano svolte; a partire dalla pianificazione fino alla comunicazione dei dati agli operatori Terna in ufficio. Per questa seconda parte in particolare si è voluto sviluppare un webgis che contenesse tutte le immagini raccolte, arricchite dal loro dato spaziale e che fosse uno strumento di facile utilizzo.
Attuale occupazione: Istruttore tecnico presso il settore Gestione del Territorio del Comune di Quinto di Treviso
Occupazioni precedenti: Istruttore tecnico presso il settore Gestione del Territorio del Comune di Paese, con qualifica di Responsabile del Settore e di diversi uffici, dal 07/2008 al 06/2014
Titoli di Studio: Laurea in Sistemi informativi territoriali, conseguita presso IUAV nel 04/2004;
diploma di geometra conseguito presso ITC e G “A. Martini” a Castelfranco Veneto nel 07/1986;
Competenze informatiche: Conoscenza programmi Microsoft, Autodesk, Intergraph GeoMedia, Esri ArcView e programmazione ASP/PHP acquisite presso corso di laurea e tempo libero.
Sono un ingegnere per l’ambiente e il territorio, laureato presso l’Università di Padova, con specializzazione difesa del suolo e territorio, abilitato all’esercizio della professione.
Al termine degli studi, come assegnista di ricerca presso il dip.to TESAF dell’Università di Padova, ho approfondito le tematiche legate al rischio idrogeologico da debris-flow in area montana, utilizzando sistemi GIS per l’analisi e l’elaborazione dei dati raccolti.
Successivamente, ho maturato esperienza per alcuni anni come impiegato tecnico nell’area Qualità-Ambiente-Sicurezza di un’importante impresa multinazionale del settore energetico, sviluppando le capacità tecniche ed umane richieste per operare in un contesto dinamico all’interno di una grande organizzazione.
Attualmente lavoro presso uno studio professionale come consulente tecnico per imprese ed enti pubblici negli ambiti Ambiente, Sicurezza e Prevenzione Incendi, attività che mi ha consentito di affinare negli anni le capacità di analisi e problem-solving multidisciplinare.
Appassionato delle tematiche territoriali, ambientali ed energetiche, e sempre desideroso di ampliare lo spettro delle mie competenze, mi sono iscritto alla IV ed. del Master in “GIScience e Sistemi a Pilotaggio Remoto” per acquisire nuove skills in ambito GIS e telerilevamento, alla luce dello sviluppo tecnologico avvenuto negli anni recenti e conscio della sempre crescente importanza che tali strumenti ricoprono nel campo dell’ingegneria ambientale.
07/2018: Esame di stato, Abilitazione alla professione di Ingegnere;
03/2018: Laurea Magistrale in Ingegneria per l’Ambiente ed il Territorio curriculum internazionale “Earth Resources Engineering” in lingua inglese presso l’Università di Bologna, con tesi in Applied Geomatics dal titolo “Remote sensing and geomorphological data in support of precision agriculture and precision forestry”;
01-05/2017: Erasmus+ presso “University of Iceland – Háskóli Íslands”, Reykjavík (Islanda);
09/2015: Laurea Triennale in Ingegneria per l’Ambiente ed il Territorio presso l’Università degli Studi di Trento.
Ottima conoscenza della lingua inglese (C1 – 7.5 IELTS), buona conoscenza della lingua tedesca (B2).
Formazione
2018-ora: Master II livello in GIScience e sistemi a pilotaggio remoto / DiCEA – Università di Padova (QEQ 8)
2012-2018: Laurea in Architettura LM-4 / Università di Ferrara (QEQ 7) Tesi in Paesaggio “Mondi lontanissimi: prospettiva di un’integrazione tra Hyperloop e corridoi infrastrutturali esistenti”
2015-2016: Erasmus+ / Universidade do Minho (Guimarães, Portogallo) 2006-2012: Liceo Scientifico Carlo Cattaneo / Monselice (Padova)
Esperienze lavorative
2018:progettista junior presso Linknet s.r.l.s. / Rubano (Padova) progettazione PoP, PCN e route; permit processo di progettazione degli impianti per la fibra ottica
Workshop e stage
2018: workshop / Periferica, the open museum – Mazara del Vallo, Trapani Rigenerazione urbana, allestimento, autocostruzione in legno. 2017: workshop / Giardino OPS – Ferrara Rigenerazione urbana, restauro di un giardino, progettazione del paesaggio.
2016: stage / Miguel Melo Arquitetura – Guimarães, Portogallo
Lingue
Inglese / Portoghese
Competenze informatiche
AutoCAD / SketchUp / Cinema4D / Adobe Suite / QGIS
Interessi
fotografia analogica / sviluppo in camera oscura / ukulele / science-fiction
With a Master degree in Geology and Earth Sciences (graduated cum Laude at University of Padua in 2018), I specialize in the field of Planetary Science, developping advanced skills in GIS (Geographic Information System), Remote Sensing, integrated cartography, image processing and analysis, and 3D environment reconstructions. During my Master project I have benefited from the opportunity to work with a pan-European research group, within a one-week training course at IAPS-INAF (Istituto nazionale di Astrofisica) in Rome (Italy), and a 3-month internship within the Department of Physical Sciences at The Open University, Milton Keynes (UK) (April-July 2018). I subsequently presented my project at the EPSC2018 (European Planetary Science Congress), in Berlin (September 2018). In 2017, I was awarded the scholarship “Mille e una Lode” for best students based on grade coefficient, and in August 2018, I obtained an English C2 EFSET/Council of Europe Level certificate, in San Diego, California (USA).
Laureato col massimo dei voti in Pianificazione Territoriale Urbanistica Paesaggistica e Ambientale, a Napoli. Ho avuto esperienze nel campo della redazione di piani urbanistici a Messina, collaborando con l’Ufficio di Piano per 6 mesi. Ad oggi, invece, collaboro con lo Studi Gasparrini per la redazione del Piano di Giugliano in Campania. Nel periodo messinese, inoltre, ho avuto l’opportunità di lavorare per l’AMAM spa, azienda che si occupa delle gestione dei sottoservizi del Comune di Messina: ho lavorato alla costruzione di un geo-database avente come informazioni le mappature di tutti gli impianti dei sottoservizi comunali comprese di sorgenti, pozzi, serbatoi e condotte.
Tali esperienze, sommate a quelle universitarie, mi hanno portato a sviluppare una padronanza di determinati softwere di gestione\analisi del territorio come il Gis, così come tutti quelli di grafica appartenenti al pacchetto Adobe. Sono disposto a migliorarmi sempre: spirito di adattamento a nuove situazioni, luoghi e ambienti multiculturali. Competenze relazionali favorite da una forte curiosità, entusiasmo e voglia di conoscere, da una predisposizione al lavoro in team e ai rapporti interpersonali.
La mia formazione è improntata su conoscenze urbanistiche, socio-economiche, amministrative e ambientali, conseguita con laurea specialistica in Pianificazione della città, del territorio e dell’ambiente.
Ho lavorato nel campo dell’urbanistica e dell’architettura svolgendo mansioni di consulenza, progettazione, collaborazione e ricerca nella pianificazione urbana e territoriale e nella prevenzione urbanistica del sisma.
Ho svolto anche lavori che si sono discostati dai miei studi, acquisendo in questo modo competenze trasversali e rafforzando la capacità di ascolto e confronto con persone di diverse formazioni e ambienti.
Possiedo una buona conoscenza della lingua inglese ed ho esperienze consolidate nell’utilizzo dei software di più ampia diffusione tra cui ArcGIS, AutoCad, il Pacchetto Office e Adobe.
Da sempre appassionato di geografia e trasporti mi sono laureato alla magistrale in Geografia e Processi Territoriali all’Università di Bologna nel 2017 con 110/110 con lode con una tesi sul monitoraggio della frana di San Leo tramite acquisizione dati e realizzazione di modelli digitali del terreno in collaborazione con la ditta S.A.L. Engineering di Russi (RA).
Da oltre un anno collaboro come cartografo alla redazione e ricognizione dell’atlante dei beni paesaggistici art. 136 della regione Emilia-Romagna presso il Segretariato Regionale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Da anni gestore di Vola Bologna.
Dopo la laurea triennale in Geografia dei processi territoriali a Padova e la specialistica in Pianificazione e politiche ambientali a Venezia dal maggio 2011 per 7 anni ho lavorato come pianificatore territoriale (abilitato alla professione nel 2016) presso Tepco srl, azienda che opera nel campo della progettazione urbanistica e architettonica.
Durante il mio percorso professionale ho maturato una grande conoscenza degli strumenti urbanistici comunali, lavorando principalmente su comuni delle provincie di Treviso, Venezia e Belluno, ma ho avuto modo di affrontare anche lavori su tematiche paesaggistiche e ambientali.
Negli ultimi 3 anni ho lavorato, sempre per Tepco srl, direttamente presso la sede della Regione Veneto impegnato portare a avanti la parte vincolistica del Piano Paesaggistico Regionale.
Da quest’estate sono libero professionista e mi occupo principalmente di VAS, pianificazione territoriale e GIS.
Laurea Magistrale in Economia dell’Ambiente, della Cultura e del Territorio presso l’Università degli Studi di Torino (110/110 Lode e Menzione); Laurea Triennale in Economia e Commercio presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia (95/110); Diploma di Liceo Scientifico.
Ho svolto un tirocinio curricolare di cinque mesi presso Arpa Piemonte finalizzato alla stesura della Tesi di Laurea Magistrale dal titolo “Impatti del cambiamento climatico sul settore vitivinicolo in Piemonte. Analisi degli areali di produzione”, nell’ambito del progetto europeo INTERREG Alcotra “CClimaTT”, in cui la Regione Piemonte è capofila.
Ho svolto un periodo di studio a Lisbona di 5 mesi con il Progetto Erasmus e un tirocinio curricolare di 2 mesi a Pelotas in Brasile. Sono redattore della newsletter settimanale online “Ecopolis” di Legambiente Padova.
Amo la montagna ed in particolare le Dolomiti, da sempre il mio rifugio quando ho bisogno di un contatto profondo con la Natura.
Formazione
Nel 2014 ho conseguito la Laurea Magistrale in Scienze Forestali ed Ambientali presso l’Università degli Studi di Padova. Dal 2017 sono iscritto all’Albo dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali. Nel 2017 ho completato il master di 1° livello in Gestione Ambientale Strategica
Esperienze lavorative
Dal 2010 collaboro con il Corpo Forestale Provinciale di Bolzano (BZ) per il rilievo di dati in campo e per l’aggiornamento di diversi Piani di Assestamento Forestali.
Dal 2017 collaboro come libero professionista con: Studio forestale ForST a Toscolano Maderno (BS) Geoconsulting Int. a Bolzano (BZ)
Da Luglio 2018 è borsista presso il dipartimento di Fisica e Scienze della Terra UNIFE.
Durante il periodo accademico ha svolto 2 tirocini:
Nel Marzo 2018 si è laureato con votazione 110/110 in Scienze Geologiche, Georisorse e Territorio (LM 74) presso il dipartimento di Fisica e Scienze della Terra UNIFE.
Nel Marzo 2015 ha conseguito la laurea triennale in scienze geologiche (L 34) presso UNIFE. Ha conseguito la maturità scientifica nel luglio 2011.
Mi chiamo Salvatore Polverino e sono un giovane architetto di ventinove anni, laureato a pieni voti alla classe LM-4 presso il Dipartimento di Architettura Federico II con iscrizione all’albo dell’Ordine Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori di Napoli e Provincia numero 12933.
Ho maturato un’esperienza diversificata in relazione alle diverse fasi di progetto in prima istanza in qualità di stagista presso il Comune di Marano di Napoli tra il Luglio e Settembre 2015 ove ho relazionato i diversi stati di avanzamento lavori SAL, come stabilito nelle procedure capitolate Più Europa.
Durante l’anno 2017 ho svolto funzione di assistente di progetto presso Casademont Architekten GmbH, esercitando sia la funzione di artigiano e disegnatore di interni che di specialista BIM per interventi anche mirati all’ammodernamento ed efficienza degli impianti.
A causa dell’evento sismico dell’isola di Ischia, verificatosi il dì 21 Agosto 2017, ho deciso di fare ritorno nel mio luogo di residenza e già un mese dopo ho collaborato presso lo studio tecnico in architettura Armando Polverino.
Nell’ Aprile 2018 ho partecipato ad un programma di pianificazione territoriale presso il CNR-IRISS di Napoli, per il quale ho esposto un tema di progetto sullo sviluppo del porto di Napoli Est e zone economiche speciali; ciò mi ha permesso di mettere in campo su scala urbanistica competenze legate sia alla computergrafica 3DSMAX e motion graphics AfterEffects che alla progettazione e gestione QGIS e webGIS nello specifico l’infografica del piano triennale delle opere del Porto di Napoli e la modellazione e pianificazione dell’intera porzione di città.
L’attività di supporto alla ricerca è stata indirizzata al Master di II° livello in progettazione e progettazione sostenibile delle aree portuali che ho concluso il dì 29 Ottobre 2018 con votazione 110/110, lode e menzione accademica come desunto sulla rivista internazionale di cultura urbanistica TRIA Territorio della Ricerca su Insediamenti e Ambiente of Research on Settlements and Environment di edizione numero 20,ISSN 2281-4574 .
Ho atteso poi,nello stesso semestre, una prova di preselezione presso il Dipartimento di Agraria della facoltà Federico II in merito ad un programma di sviluppo di attività apistiche promosso dal fondo europeo agricolo che mi vedrà presente secondo date non vincolanti presso il CNR e Istituto di Entomologia Agraria del suddetto ateneo nel biennio 2019-2020.
La diffusione di questa attività è stata veicolata attraverso un corso di avviamento in apicoltura tenuto dal Gruppo Apistico paritetico VoiAPE, Fondazione Luigi Terriaca e il Consorzio Nazionale produttori apistici CoNaProA, Università degli Studi Napoli Federico II e Università degli Studi del Molise con la direzione dei docenti Emilio Caprio, Gennaro Di Prisco, Pier Antimo Carlino e Antonio de Cristofaro e importanti realtà di filiera e biomonitoraggio.
Sono fluente in lingua tedesca e inglese avendo già esplicitato fasi di pianificazione di progetto, monitoraggio e documentazione di proprietà, fornendo funzione di leadership e mediazione presso realtà prima elencate e altre quali la Diocesi di Ischia, importante realtà turistico-religiosa per la quale ho diretto l’apertura del museo della Basilica di Santa Maria di Loreto in Forio di Ischia, in parallelo ad un piano biennale di formazione ad indirizzo Management di beni culturali.
Ho inoltre maturato un grado di ascolto e di percezione ambientale ampio del quale ho manifestato il mio interesse alle discipline antropo-psico-pedagogiche e metodologie nelle tecnologie didattiche a seguito del percorso di formazione iniziale, tirocinio e inserimento nella funzione di docente denominato FIT 24 durante l’anno 2018 presso l’ateneo federiciano.
I miei sforzi sono finalizzati alla resa di una visione multiscalare e multispettrale in relazione alle diverse dinamiche del territorio, VIA/VAS, implementando così agli insegnamenti forniti dal Master universitario di II° livello in GIScience dell’ateneo padovano, quali la progettazione e la gestione delle infrastrutture dei dati territoriali in QGis, anche l’ausilio della programmazione informatica Python, Numpy e Matplotlib; di questi ho già sperimentato risultati attesi al precedente Master di II° livello sulle aree portuali, ma resto fiducioso di poter approfondire ancora la complessa realtà durante questa IV Edizione come l’ausilio dei droni a pilotaggio remoto nonchè l’impiego di strumenti GPS ad alta precisione e magari confrontandomi con altre realtà durante il convegno su Software e Dati Geografici Free e Open Source FOSS4G-it 2019.
Laurea su uso dello spazio del camoscio alpino nel 1998.
Dal 1999 al 2003 studio su migrazioni stagionali dello stambecco alpino nell’ambito del progetto Interreg II su presenza e distribuzione dello stambecco alpino.
Dal 2004 al 2007 consulente naturalista presso il Centro di referenza per le malattie degli animali selvatici (CeRMAS) dell’IZSTO sede di Aosta.
Dal 2008 Guardaparco presso il Parco Nazionale Gran Paradiso.
Nata a Livorno. Diploma di Liceo Classico. Laurea in Ingegneria Edile a Pisa (iscritta all’Ordine, Civile Ambientale, Sez.B). Interessata al Risparmio Energetico degli Edifici (analisi stazionarie e dinamiche: Design Builder, EnergyPlus), all’Acustica Edile e Ambientale (TAE), a Protezione e Prevenzione Incendi (Professionista Abilitata, Iscritta Elenchi VVFF), a modellazione BIM (Revit).
Trasferita a Vicenza, lavoro nella sezione “Pianificazione Territoriale e Catasto” della Base Americana USAG-ITALY dove, tra le altre, sono GIS Manager.
Capace sul lavoro di rimanere concentrata a oltranza finché un problema non è risolto. Serena e appagata, sul lavoro e nella vita, se posso tenere ritmi intensi e avere la mente ben impegnata. Alla ricerca di costanti stimoli, adoro studiare: imparare cose nuove e approfondire sempre più quelle già conosciute.Adorerei la libera professione (sfide tecniche, ritmi intensi, conoscenze e costanti aggiornamenti richiesti), se fosse solo tecnica e non ci fosse burocrazia.
“LIVE, AS IF YOU WERE TO DIE TOMORROW; LEARN, AS IF YOU WERE TO LIVE FOREVER”
Laurea Magistrale LM-60 “Scienze e Gestione Sostenibile dei Sistemi Naturali” UniTo (dall’a.a. 2015-2016 a luglio 2018), voto 110/110 con Lode e Menzione e candidato alla Medaglia d’Argento per miglior tesi dell’anno del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi. Stage: “Oasi di Ripa Bianca” riserva naturale Jesi(AN) Titolo tesi: “Valutazione dei parametri che condizionano l’innesco dei fenomeni franosi.”
Laurea Triennale L-25 “Scienze Forestali e Ambientali – Agraria” UnivPM nell’a.a. 2011-2012, voto 104/110. Stage: “Gli Amici delle Cerque” Cooperativa Sociale vivaistica, Camera Picena(AN) Titolo tesi: “Le Oasi dello Spirito: il viaggio dell’animo da ponente a levante.”
Perito Informatico ITIS G.Marconi Jesi(AN) voto 72/100 Brevetto Open Water Diver PADI 2018 Guida naturalistica presso l’Oasi di Ripa Bianca Jesi (AN) 2017 Vicedirettore di Arcieri Selva Castagnola di Chiaravalle (AN) 2014-2015 Summer School (Dolomiti) “Sistemazioni Idraulico-Forestali e Ingegneria Naturalistica” con Prof. Paolo Tarolli 2012.
Ho studiato Scienze Geologiche a Bari (anno accademico 2012/13), svolgendo la tesi triennale in “Applicazioni di metodi geofisici per l’agricoltura di precisione”,con una valutazione finale di 110/110 con lode conseguita il 16/10/2015. Questo progetto di tesi è stato presentato alla 5 Eurosoil International congress soil survey and mapping a Istanbul e successivamente pubblicato sulla rivista Catena.
Mi sono specializzata in Scienze Geofisiche, svolgendo una tesi dal titolo “Indagini geoelettriche nel mar Piccolo di Taranto” con una votazione finale di 110/110 in data 20/7/2018.
Ho svolto un periodo di stage in uno studio privato di geofisica (GIULOCO) a Matera, nel quale ho eseguito indagini radar, geoelettriche e sismiche con la successiva elaborazione ed interpretazione dei dati in studio.
Laurea triennale in Scienze e tecnologie per l’Ambiente e la Natura presso l’Università degli Studio di Udine e laurea magistrale in Scienze Forestali e Ambientali presso l’Università degli Studi di Padova.
Durante il periodo di studi universitario e negli anni successivi collaboratore presso due studi di tecnici e dal 2012 libero professionista dottore forestale con specializzazione in pianificazione forestale, progettazione, coordinatore della sicurezza e direzione lavori in interventi di viabilità forestale e tagli selvicolturali, consulenza ad imprese del settore e redazione di pratiche ambientali.
I was born in Rome on the 3rd March 1991. Passionate about the Dolomites since I was a kid, I chose to study geology to understand the processes which formed the mountains millions and millions of years ago. My master’s degree thesis in Dolomiti Unesco has allowed me to acquire good skills in geological surveying and mapping.
After my degree, I got experience in applied geology, learning to write geological and geotechnical reports, to make drilling core stratigraphy and to carry out other field measurements.
I’m a very dinamic and active person, I enjoy being with people, especially with children. I love fitness, the outdoors, singing and listening to celtic music, and last but not least, playing the piano and my Scottish bagpipe.
Lavoro da alcuni anni nel settore vitivinicolo e dell’agricoltura biologica, occupandomi in particolare di tracciabilità di filiera.
Ho lavorato anche come assegnista di ricerca presso l’Università di Udine, partecipando allo sviluppo di metodologie per il trattamento di dati agroclimatici a scala territoriale e il loro utilizzo in modelli previsionali sia per la valutazione dell’impatto ambientale dei fitofarmaci che dell’evoluzione di una particolare patologia fungina della vite.
EQF 6: laurea triennale (L-25) in Tutela e Gestione del Territorio e del Paesaggio Agro-Forestale. Esperienza di tirocinio presso il Consorzio di Bonifica Montana del Gargano.
EQF 7: laurea magistrale (LM-73) in Scienze Forestali e Ambientali.
Esperienza Erasmus+ studio di 4 mesi in Finlandia (Joensuu).
Esperienza Erasmus+ traineeship di 3 mesi per attività di tesi in Austria (Vienna).
Attualmente frequento il Master di II livello in GIScience e sistemi a pilotaggio remoto.
Appassionata alle scienze e all’ambiente ho conseguito la laurea triennale in Scienze Naturali acquisendo competenze su componenti ambientali e loro interazioni, avendo sviluppato interesse per la progettazione di sistemi di salvaguardia e ripristino dell’ambiente ho frequentato un tirocinio presso la Maffei sarda silicati spa con sede ad Orani (NU), durante il quale mi occupavo di studiare i sistemi di riqualificazione dei siti estrattivi dismessi, sull’argomento ho scritto la mia tesi di laurea dal titolo: Monitoraggio delle attività di ripristino in siti estrattivi dismessi della Maffei Sarda Silicati Spa ad Orani (NU).
Interessata ad approfondire conoscenze sulla gestione e la salvaguardia delle risorse ambientali ho completato il mio percorso di studi conseguendo il titolo di la laurea specialistica in Gestione dell’Ambiente e del Territorio acquisendo competenze quali:
Attualmente lavoro come libero professionista e in qualità di Esperto Ambientale, mi occupo di gestione e salvaguardia dell’ambiente e di relazioni descrittive delle componenti ambientali che accompagnano la progettazione di infrastrutture, di monitoraggi ambientali soprattutto della componente floristica, in quanto durante i miei studi ho svolto diverse attività di approfondimento nel campo dell’ecologia vegetale; inoltre progetto e svolgo attività di educazione ambientale per Centri di Educazione Ambientale, scuole, associazioni e Enti pubblici.
Mi sono laureato al corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e il Territorio all’Università di Milano Bicocca nel 2015. Durante la mia esperienza di tesi magistrale, svolta in collaborazione con il CNR-IREA di Milano e l’Università di Parma, ho avuto modo svolgere campagne di campionamento di acque e biomassa vegetale, e ho acquisito esperienza nella gestione di dati e nella loro esposizione in report appositi. Ho inoltre avuto modo di utilizzare software GIS e di fotointerpretazione.
Nel dicembre 2017, dopo un master in Energy Management e Sviluppo Sostenibile, mi sono occupato di Corporate Social Responsibility, seguendo attività come efficientamento energetico, auditing dei fornitori, verifica conformità ISO, rendicontazione di KPI non finanziari e gestione del rapporto con clienti nazionali ed esteri.
Ho infine maturato un’esperienza nel settore dei biocarburanti sostenibili, gestendo gli aspetti legati alla sostenibilità delle partite per conto di diversi clienti internazionali.
Si è deciso di presentare il risultato finale del quadrante S-E della carta, considerando questa zona come la più rappresentativa.
Fotogrammetria da SAPR: applicazioni pratiche
Integrazione e gestione dei dati in PostgreSQL/PostGIS per la realizzazione di un Sistema Informativ oTerritoriale consortile mediante l’uso di strumenti opensource
Il progetto consiste nell’integrazione di DBs esistenti derivanti dall’attuale SIT cartografico e dal sistema gestionale del Consorzio, settori ora indipendenti ma che potrebbero interfacciare efficacemente i propri dati in un’unica DB realizzata utilizzando PostgreSQL/Postgis. Talidati,pur essendo di diversa natura (geometrica,alfanumerica) e provenendo di fatto da diverse fonti, possono essere collegati tra loro tramite una codifica omogenea di informazioni comuni; il project work consiste nell’individuare tali informazioni, ridefinirle in modo univoco per ogni settore e provare ad integrarle per effettuare elaborazioni, creare tematismi e estrarre risultati complessi, sfruttando un sistema sempre dinamicamente aggiornato e creando un perfetto strumento gestionale per Ente. Con un’unica banca dati opportunamente strutturata e visualizzata in QGIS è stato possibile effettuare operazioni come validare aggiornamenti della BD catastale fatti manualmente, calcolare contributi su base cartografica, estrarre dati catastali associati a entità territoriali utilizzabili dai settori tecnici.
Telerilevamento per il monitoraggio dei prati permanenti di pianura
A partire dalla nuova definizione di prato permanente del Reg UE 1307/2013 è sorta l’esigenza da parte della pubblica amministrazione di aiutare i tecnici nell’individuare tramite telerilevamento ciò che è un prato permanente da ciò che non è. La particolare firma spettrale della vegetazione e la canopy possono infatti trarre in inganno in certi periodi dell’anno in cui diverse colture mostrano la stessa riflettanza. Con questo progetto si è pensato di utilizzare una rilevazione multi temporale per confrontare la differenza dell’andamento annuale dell’indice di vegetazione NDVI. Un prato permanente presenta un andamento annuale pressoché stabile oscillante tra un valore minimo e massimo non troppo distanti. Viceversa colture tipiche della zona come mais e cereali autunno-vernini presentano una fase di crescita, maturazione, raccolto e successiva aratura che si ripercuote su un andamento NDVI particolare con un massimo nel periodo estivo ed un minimo nel momento dell’aratura. Il progetto è volto verificare l’attendibilità di questo sistema di controllo in un’area del Veneto ricca di prati permanenti per poi eventualmente utilizzare la stessa tecnica altrove. Per la raccolta dati ci si è avvalsi di database satellitari gratuiti (Landsat7, Landsat8, Aster, Sentinel2) e di rilevi multispettrali effettuati con velivolo SAPR. Dopo correzioni ed elaborazioni delle immagini si sono estratti i valori di NDVI per un numero di particelle campione ed analizzati i dati. Ci si è accorti che nella maggior parte dei casi è possibile discriminare un prato da un campo coltivato a mais o cereale autunno-vernino tramite la variazione annuale dell’NDVI ma che i risultati sono fortemente sensibili alla variabilità atmosferica e variabilità lavorazioni agricole per cui spesso necessitano di validazione tramite immagini RGB o a più alta risoluzione.
Implementing automatic LiDAR and supervised mapping methodologies to quantify agricultural terraced landforms at landscape scale: the case of Amalfi and Sorrento
I paesaggi terrazzati ricoprono un ruolo molto importante nel territorio, sia dal punto di vista patrimoniale, che per l’aspetto economico; inoltre, a causa del loro forte grado di abbandono e degrado, rappresentano un potenziale rischio idrogeologico. Grazie alle più recenti tecnologie di telerilevamento ed i dati topografici ad alta risoluzione è possibile mappare con altissimo grado di dettaglio, anche le geometrie collocate in aree più impervie. L’obiettivo di questo lavoro è di estrarre tali morfologie quantificando le superfici terrazzate nella costiera Amalfitana. Inoltre, si è voluto testare la validità di una metodologia di estrazione semi-automatica in due diversi scenari, presenti all’interno dell’area di studio. I processi di estrazione, derivano dall’unione di due famiglie DTM, ottenute da acquisizioni di dati LiDAR a diversa risoluzione (1m/pixel per l’entroterra e 2m/pixel per la porzione di costa). Nella prima fase, le tiles, sono state unite per formare un DTM a risoluzione di 3 m; successivamente, grazie alla funzione hillshade, il modello è stato reso più plastico. In seguito sono state utilizzate diverse funzioni del GIS, come il Fill, l’estrazione dei bacini idrografici e la realizzazione del reticolo idrografico, il quale è stato vettorializzato. Infine grazie all’algoritmo di profile curvature, sono state classificate le rotture di pendenza, indispensabili per l’estrazione dei terrazzamenti. I risultati preliminari hanno mostrato che, in base anche alla copertura, la geomorfologia e la qualità del DTM, l’estrazione semiautomatica di sistemi terrazzati è fattibile, e che possono essere utilizzati per mappatura e valutazione dello stato fisico dei terrazzamenti agricoli.
Analisi dell’uso dei droni in ambito civile
La finalità del project work, è analizzare l’uso dei droni in ambito civile per comprendere meglio in quale campo oltre a quello militare viene impiegato. Da premettere che questa analisi si rapporta a un contesto di ricerca molto più ampia condotta da un team di studenti e professori con la Good Drone Lab presso l’Università di San Diego: lo scopo dell’indagine è di comprendere la rapida crescita del drone in ambito civile esaminando storie di episodi documentati del loro utilizzo in tutto il mondo riferendosi ad un periodo temporale di sei anni (2009-2015). Si offre perciò un’analisi complessa, che non ha nessuna pretesa di essere esaustiva, ma vuole solo fornire ulteriori spunti di riflessione. La mia ricerca mi ha portato ad analizzare più di 300 storie raccolte in lingua italiana e spagnola e, utilizzando la stessa catalogazione dello studio condotto dell’università di San Diego, ho prodotto un dataset di 138 utilizzi di droni. I paesi in cui ho trovato più informazioni sono: Italia, Stati Uniti, Spagna e Paesi Bassi. L’alta percentuale delle notizie italiane è data sicuramente dalla metodologia e dall’accessibilità più favorevole. Le notizie sui droni in Italia si intensificano a partire dal 2014. L’utilizzo maggiore riguarda sicuramente la ricerca (15%), il commercio (14%), la sicurezza (11%). Non c’è più la convinzione che i droni siano utilizzati solo per scopi militari; negli ultimi anni emerge un’ampia diffusione anche in altri ambiti più nobili: dal controllo del territorio al monitoraggio dei criminali, verifiche ambientali e architettoniche dopo eventi di calamità naturali. Recentemente abbiamo visto come i droni della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco abbiano permesso di osservare dall’alto le aree sconvolte dal terremoto che ha colpito il centro Italia il 24 agosto 2016; già nel Luglio del 2012, due mesi dopo l’evento sismico che ha colpito Emilia Romagna, è stata condotta dai ricercatori dell’ ENEA, dell’Unità Tecnica di Ingegneria Sismica, in accordo con il comune di Bondeno, una sperimentazione con l’utilizzo dei droni per l’acquisizione di immagini di alcuni edifici storici danneggiati dal sisma. L’uso di droni in attività sempre più complesse e specifiche sta accelerando il mercato, ma anche creando difficoltà in ambito normativo. Nella seconda parte del lavoro, analizzo l’evoluzione della normativa che le autorità governative sono sempre più in difficoltà ad aggiornare ed adeguare alle esigenze degli utenti e operatori del settore, causando spesso false aspettative e ritardi sullo sviluppo dell’uso del drone. Infine i risultati sono stati elaborati in un progetto G.i.s. per la futura pubblicazione in un Web G.i.s.
Remote Sensing e geostatistica per la valutazione dell’utilità in viticoltura degli indici vegetazionali derivanti dai satelliti Sentinel-2
Il progetto si è posto l’obiettivo primario di individuare e testare nuovi dati satellitari liberi a supporto della gestione e del monitoraggio dei vigneti. La breve introduzione generale spiega le motivazioni della ricerca e della scelta del satellite Sentinel-2 come supporto utile per raggiungere gli obiettivi stabiliti. La parte seguente illustra le caratteristiche dei supporti utilizzati e le metodologie di studio e analisi applicate, in particolare: caratterizzazione dei satelliti Sentinel-2; selezione delle aree di studio in base alla presenza, nelle piattaforme di gestione del vigneto di MPA Solutions, di dati derivanti da analisi da campo effettuate nel corso del 2016; definizione degli indici vegetazionali utilizzati. Saranno poi illustrati i principali risultati attestanti l’affidabilità e le potenziali utilità degli indici vegetazionali ricavati da Sentinel-2 seguiti dalle prospettive per la prosecuzione delle ricerche.
Inventario 2016 delle aree sorgenti di sedimento del bacino del Rio Cordon (BL)
Lo stage si è svolto nel periodo giugno-novembre 2016presso il CNR –IRPI Padova. E’ stato scelto il progetto di aggiornamento dell’inventario delle aree sorgenti di sedimento del bacino del Rio Cordon (BL) come base perla realizzazione di una serie di attività adampio spettro. Partendo dall’analisi del materiale già a disposizione, ovvero l’inventario2006, si è proceduto ai rilievi di campo con l’utilizzo di un rugged notebookcon GPS integrato. I risultati sono stati cartografati in un progetto GIS con l’utilizzo di un sofwareproprietario. I dettagli dei risultati ottenutisono stati presentatiinunashort notea“Rendiconti On Line della Società Geologica Italiana”. E’ stato successivamente applicato al DTM un indice geomorfometrico con l’utilizzo di untoolsviluppato presso la sede di tirocinio,ed è stata implementata,sempre in ambiente open source/free,la versione di visualizzazione webgisdellaraccolta degliinventari
Telerilevamento mediante SAPR con sensori RGB e multispettrale. Sperimentazioni per la definizione di acquisizione e gestione dati su piattaforma GIS
Lo stage svolto pressoArchetipo s.r.l. è consistito nella riduzione e gestione di dati acquisiti in ambito agricoloutilizzando Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto equipaggiati con sensori sensibili a luce visibilee vicino infrarosso. Sonostati analizzati quattrocasi: a) identificazione di piante infestanti su riso caravaggioeproduzione di mappe di prescrizione traccianti la diffusione; b) valutazione dello stato nutrizionale di una coltura diriso volano,postconcimazione,permappe di prescrizioneper futuri trattamenti; c) mappaturadi piante infestantiincolture di frumentopervalutazione agronomica eproduzione di mappedidiffusione; d)monitoraggiodi unapineta attaccata da Crisococcus Piniper pianificare trattamenti mirati.Sono state sperimentatele prestazioni di due sensori:una fotocamera RGB, montata suSAPRZEROTEC 4HSE, e un sensore RGB+NIR montato suDJI Matrice 100. E’statosviluppato un flusso di lavoro che parte dalla manipolazione dell’outputdeisensori fino alla creazione di progetti GIS che,integrati con le valutazioni di agronomi, sono voltialla produzione di reporte mappe di prescrizione per il cliente.
Sperimentazione dell’uso di dati Mobile Mapping System per l’analisi del paesaggio visibile dalla rete stradale: un caso in Provincia di Treviso
I Mobile Mapping Systems (di seguito MMS) sono sistemi per l’acquisizione di dati territoriali georiferiti da un veicolo; i dati acquisiti vengono usati per popolare banche dati utili alla pianificazione e gestione delle infrastrutture viarie. Scopo dello studio è la ricerca di nuovi utilizzi dei dati grezzi ottenuti da rilievi MMS, al fine di ottenere informazioni aggiuntive che possano arricchire lo standard informativo di questo tipo di rilievi. Lo studio è stato condotto in via sperimentale su un unico tratto di strada in provincia di Treviso. Il rilievo della strada è stato visionato, identificando e mappando i tratti di strada per i quali la visuale laterale risultava libera oppure occlusa. I tratti di strada a visuale libera sono stati considerati come punti di vista nella conduzione dell’analisi di visibilità finalizzata alla definizione della distanzamassima dell’orizzonte visibile dalla strada e alla mappatura delle aree di territorio visibili. Dallasovrapposizione delle aree e punti di interesse paesaggistico con le aree visibili è stato possibile dare un giudizio qualitativo sull’attrattiva paesaggistica della strada. Tutte le elaborazioni sono state eseguite in ambiente GIS impiegando il software ArcGISTM.
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